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27.04.2017
Buongiorno,per favore mi può aiutare ad identificare la moneta di cui le invio le foto? Pesa 5,05g e ha un diametro tra gli 1.8 e 2cm. Il buco immagino sia coevo e comunque sicuramente non moderno essendo patinato come la moneta, mi sembra particolare il posto dove è stato fatto questo buco che non sembra fosse fatto per portare la moneta al collo... Grazie mille. |
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Roma, 28.4.2017
Egregio
Lettore,riporto di seguito gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Follis1, Roma, 310-311 d. C., RIC VI 258 (pag. 382), indice di rarità "C" Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le
parti della leggenda usurate o comunque non più
leggibili): La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. ------------------------------- Note: (1) AE Follis. Il RIC indica, come peso del follis del periodo, (5,5-6,0)g e, come asse di conio, un valore 0h o 12h. Traggo dai link di cui sopra e riporto in tabelle le caratteristiche fisiche delle monete della tipologia di figura reperite nel web:
(2) IMPerator Caesar MAXENTIVS Pius Felix AVGustus. Il 1° marzo del 293, DIOCLEZIANO mutò l'assetto costituzionale dello stato, costituendo la prima Tetrarchia, formata da due Augusti e da due Cesari, un sistema di governo fortemente voluto nell'intento di evitare le successioni ereditarie e le conseguenti lotte di successione, preferendo scelte basate sul merito e sulle capacità personali dei prescelti (in altra pagina di questo sito vengono trattate in modo più estensivo le ragioni fondanti della tetrarchia - cliccare qui). Il 1 maggio del 305 DIOCLEZIANO, in ossequio alla nuova costituzione, giunto al ventesimo anno di regno, si ritirò dalla vita pubblica, e altrettanto pretese da MASSIMIANO Erculio, suo collega di governo. Dopo l'uscita di scena, i due Augusti dimissionari assunsero il titolo puramente onorifico di "Seniores Augusti, felicissimi et beatissimi", mentre GALERIO e Costanzo Cloro presero il loro posto, rispettivamente come Augusto d'Oriente e d'Occidente. Ma a guadagnarci fu sopra tutto GALERIO. Infatti, anche se Costanzo Cloro, come Augusto senior, possedeva il supremo potere legislativo, come era stato quello di Diocleziano prima di lui, fu GALERIO a scegliere, tra gli uomini certamente a lui fedeli, i due nuovi Cesari nelle persone di Flavio Valerio SEVERO (Cesare d'Occidente) e Valerio MASSIMINO DAIA, suo nipote e Cesare d'Oriente. La decisione scontentò gli occidentali: MASSIMIANO Erculio, perché posto in ritiro coatto, suo figlio MASSENZIO e Costantino, figlio di Costanzo, perché tagliati fuori dalla successione. MASSENZIO in particolare si trovò irrimediabilmente tagliato anche umanamente perché, a causa del carattere difficile e altezzoso, nonostante il legame di parentela con GALERIO (ne aveva sposato la figlia), era in pessimi rapporto sia con il suocero che con il proprio genitore. La crisi politica del sistema tetrarchico scoppiò quando Costanzo Cloro, il 25.7.306, sul letto di morte ad Eburacum (l'odierna York al confine con la Scozia) dove si trovava, conferì l'imperium a COSTANTINO alla presenza dei soldati che l'avrebbero immediatamente acclamato Augusto se non fosse stato per la resistenza opposta dallo stesso COSTANTINO che accettò solo il titolo di Cesare. Costantino cercò subito di farsi riconoscere da Galerio che, con la morte di Costanzo, era diventato l'Augusto senior e a questo scopo gli inviò la tradizionale effigie laureata che simboleggiava il suo nuovo status. Respingere la richiesta avrebbe avuto il significato di una dichiarazione di guerra, sicché Galerio si piegò al fatto compiuto e dopo aver elevato SEVERO (più anziano per età di MASSIMINO DAIA) al rango di Augusto, riconobbe la posizione di COSTANTINO quale membro più giovane del sistema tetrarchico. Nello stesso periodo scoppiavano a Roma tumulti popolari causati delle tasse imposte da GALERIO alla popolazione romana che, per tradizione secolare, non era abituata a pagarle. Approfittò della situazione MASSENZIO che, postosi a capo della rivolta, il 28.10.306 si fece acclamare dal popolo e dai pretoriani. Nella speranza che GALERIO accettasse il fatto compiuto, come già era avvenuto con COSTANTINO, MASSENZIO evitò in un primo tempo di usare il titolo di Augusto limitandosi a farsi chiamare "princeps", l'appellativo adottato secoli prima da Ottaviano Augusto. Ma alla fine, per conferire una legittimità di facciata al suo regime, chiese ed ottenne dal padre MASSIMIANO Erculio il riconoscimento formale del proprio status in cambio di un analogo riconoscimento da parte sua nei confronti del padre. GALERIO non volle assecondare le aspirazioni di MASSIMIANO Erculio e di MASSENZIO e ordinò a SEVERO, in qualità di Cesare d'Occidente, di assumere con le armi il controllo e il governo della penisola italica. SEVERO perciò passò in Italia ma, abbandonato dai soldati, fu consegnato nelle mani di MASSENZIO che lo fece uccidere. GALERIO decise allora di intervenire personalmente e, all’inizio dell’estate del 307, invase l’Italia, avanzando verso sud e accampandosi ad Interamna sul Tevere. Ma il suo esercito non era sufficientemente numeroso per battere l'avversario. Le trattative intraprese con MASSENZIO risultarono infruttuose e quando GALERIO si accorse che MASSENZIO stava cercando di corrompere i suoi soldati, per evitare di fare la fine di SEVERO, ripiegò rapidamente nei propri territori. La situazione di MASSENZIO tuttavia si presentava tutt'altro che facile, le due campagne militari di SEVERO e GALERIO avevano portato la distruzione nelle campagne italiche. Inoltre la rivolta di L. Domizio Alessandro aveva ridotto gli approvvigionamenti di grano dall'Africa che poterono riprendere solo nel 309 quando la rivolta africana fu repressa. Nell'ottobre-novembre del 308 GALERIO convocò a Carnuntum una conferenza il cui risultato fu l'elevazione di LICINIO ad Augusto al posto dello scomparso SEVERO ed il riconoscimento di MASSIMINO DAIA e COSTANTINO quali "filii Augustorum" (figli degli Augusti), titolo formale, privo di potere reale. Nel contempo MASSIMIANO Erculio fu completamente cancellato dalla scena politica mentre MASSENZIO fu additato come nemico pubblico in attesa che qualcuno lo eliminasse. MASSIMIANO Erculio si rifugiò nei territori di COSTANTINO dove tentò di rialzare la testa complottando contro il genero, poi perdute le speranze di risalita, nel 310 si suicidò. MASSENZIO rimase invece in sella ancora per quattro anni, sino a che COSTANTINO non pose fine al suo regno e alla sua vita il 7 ottobre del 312 nella battaglia di Ponte Milvio, alle porte di Roma. Altre notizie storiche sul periodo possono essere attinte dal sito: http://www.roman-emperors.org/maxentiu.htm. (3) CONSERVator VRBis SVAE ovvero "Protettore della sua città". La tipologia di Roma che porge il globo a Massenzio, in quanto "Protettore della sua città" è propria di Massenzio. Altrove era invece ampiamente diffusa la tipologia del Genio del Popolo Romano (v. link), tipologia che era stata a suo tempo scelta da Diocleziano per sottolineare la sua visione ecumenica della romanità. Con l'inizio delle lotte di successione, la tipologia del Genio del Popolo Romano, costituì di fatto l'elemento discriminante tra il potere degli Augusti "legittimi" che si davano reciproco riconoscimento e quello dei non riconosciuti (tra cui Massenzio che aveva preferito la tipologia del "Protettore della sua città"). (4) Il segno di zecca REQ (di difficile lettura a causa dell'usura della moneta) si compone di due parti, le lettere RE che costituiscono l'indicativo di zecca (RE sta per Roma, la capitale di Massenzio), la lettera Q che sta per "4" identificando l'officina monetale che ha battuto la moneta (la quarta di quattro officine all'epoca operative nella zecca). |
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