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Costante Augusto e la galea della Vittoria | ||||||||||||||||
25.3.2018
Gentile Sig.
De Florio,le invio le foto del dritto e rovescio di una moneta romana del diametro di c. 18mm che vorrei acquistare su un noto sito internet. Il venditore non sa dirmi nulla su questa moneta a parte che è di origine romana e che è di bronzo, quindi vorrei sapere gentilmente se fosse possibile sapere circa l'anno, l'imperatore, la zecca, il valore, e se Lei mi consiglierebbe l'eventuale acquisto. Grazie. Distinti saluti |
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Roma, 25.3.2018
Egregio
Lettore, di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta in esame: Follis1, zecca di Thessalonica2, 348 - 350 d.C., RIC VIII 120 (pag. 412), indice di rarità "c" Descrizione sommaria: La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. ------------------------------------------- Note: (1) AE Follis. Secondo il RIC, nel periodo 348-350 d.C. furono battuti due follis, tipologicamente simili, il primo, più grande e pesante (22-23mm, 5,20g, classificato RIC109), il secondo, più piccolo e leggero (17-19mm, 2,60g, classificato, RIC120). Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche dei follis della tipologia di figura presenti nei link di cui sopra:
(2) La zecca di Thessalonica (l'odierna Salonicco), nel periodo in questione, operava su 5 officine, contrassegnate dalle lettere greche A, B, Γ, Δ, ε. La zecca di Thessalonica batté la stessa tipologia di figura anche nel nome di Costanzo II (D N CONSTANTI-VS P F AVG - v. esempio). (3) Dominus Noster CONSTANS Pius Felix AVGustus. L'imperatore Costanzo Cloro (padre di Costantino I il Grande), aveva avuto sei figli legittimi dalla moglie Teodora, tra questi Giulio Costanzo, padre di Costanzo Gallo e del futuro Giuliano l'Apostata, e Dalmazio senior. Diversi anni prima del matrimonio, però, aveva avuto un figlio di nome Costantino da Elena, donna di umili origini con la quale aveva convissuto in regime di concubinato, come allora si usava quando le differenze di ceto sociale non consentivano l'unione legale. Alla morte di Costanzo Cloro, il 25 luglio del 306, fu Costantino il Grande, allora trentaquattrenne, ad assumere, per ragione di età e di esperienza (i figli di Teodora erano piccoli), l'eredità paterna; la famiglia di Teodora visse così all'ombra di Costantino. Divenuto imperatore, Costantino I, il primo marzo del 317, elevò al rango di Cesare, sia il figlio Crispo, nato attorno al 295 dall'unione con la concubina Minervina, sia Costantino jr, nato nel gennaio-febbraio del 316 dall'unione con Fausta, la moglie legittima. Il 13 novembre del 324 anche Costanzo jr (nato il 7.8.317), secondo figlio del ramo Fausta, fu elevato al rango di Cesare. Crispo poi morì a Pola nell'autunno del 326, giustiziato forse dopo una condanna per adulterio consumato con la matrigna Fausta, anche lei morta nello stesso periodo o poco dopo. Il 25 dicembre del 333 il terzo figlio del ramo legittimo, Costante, nato nel 323, fu fatto Cesare e, nell'estate del 335, anche Dalmazio, figlio di Dalmazio senior, del ramo di Teodora. Dopo la morte di Crispo, Costantino condivise con i figli le responsabilità di governo, sicché Costantino Cesare ebbe la Spagna, la Gallia e la Britannia, Costante Cesare l'Italia, l'Illiria e l'Africa e Costanzo Cesare le province asiatiche e l'Egitto, mentre Costantino I mantenne per sé la penisola balcanica (si veda la mappa dell'impero nel link). Prima di morire, il 22 maggio del 337, Costantino si ricordò nel testamento dei nipoti, Dalmazio Cesare e Annibaliano, figli di Dalmazio senior, fratellastro di Costantino e ad essi lasciò rispettivamente la penisola balcanica e il governo dell'Armenia e della costa del Ponto. Ciò fu causa della loro disgrazia: alla notizia della morte del padre, Costanzo Cesare si precipitò a Costantinopoli dove organizzò una rivolta contro gli zii e cugini discendenti di Teodora. Due fratellastri di Costantino, tra cui Dalmazio senior e il padre di Giuliano e sette suoi nipoti, tra cui Dalmazio Cesare e Annibaliano, furono trucidati, si salvarono solo Costanzo Gallo e Giuliano, il futuro Apostata. Poco dopo il massacro, Costanzo incontrò i fratelli a Sirmium in Pannonia e con l'elevazione contestuale dei tre fratelli al rango di Augusti, formalizzò la nuova divisione dell'impero il 9.9.337 (per la data, v. ric pag. 6). Con la divisione (per i dettagli, v. wikipedia), Costanzo ebbe assegnate le province orientali, inclusa Costantinopoli e la Tracia, oltre all'Asia Minore, la Siria, l'Egitto e la Cirenaica. Costantino ebbe confermati i territori assegnatigli dal padre. Costante, all'inizio posto sotto la supervisione di Costantino, ricevette l'Italia, l'Africa, l'Illyricum, la Pannonia, la Macedonia, l'Achaea. Tuttavia Costantino presto obiettò di non aver ricevuto la quantità di territorio che gli sarebbe spettata in quanto fratello maggiore. Irritato che a Costante fosse stata assegnata la Tracia e la Macedonia dopo la morte di Dalmazio, richiese a Costante, a titolo di compensazione, la cessione di parte delle province africane, richiesta che Costante in un primo tempo sembrò assecondare pur di mantenere una fragile pace. Ben presto però la trattativa si spostò sui dettagli dei confini africani. Ulteriori complicazioni sorsero quando Costante, raggiunta la maggiore età, pretese di sottrarsi alla tutela di Costantino. Nel 340 Costantino ruppe le trattative e passò la parola alle armi marciando sull’Italia alla testa delle truppe. Constante, a quel tempo in Dacia, inviò in propria difesa un corpo scelto e disciplinato di truppe illiriche, con l'intento di far seguire subito dopo il resto dell'esercito. Impegnato in prima persona nelle operazioni belliche, Costantino rimase ucciso in un'imboscata nei pressi di Aquileia e Costante prese possesso dei suoi territori. Costante iniziò il regno in modo risoluto: nel 341-42 avviando con successo una campagna contro i Franchi e poi spostandosi, nei primi mesi del 343, in Britannia, verosimilmente per reprimere una rivolta delle tribù dei Piti e degli Scozzesi. Verso la fine del regno tuttavia Costante si fece odiare per la crudeltà e il malgoverno. Circondatosi di favoriti e preferendo le proprie guardie del corpo personali all'esercito, ne perse il controllo. Nel 350 il generale Magnenzio, comandante delle truppe del Reno, si ribellò autoproclamandosi imperatore e venendo riconosciuto dalle province occidentali dell’impero. Costante, privo dell'appoggio militare, tentò la fuga verso la Spagna ma, inseguito, fu catturato in Gallia, ai confini con i Pirenei e ucciso. Una profezia alla nascita aveva predetto che sarebbe morto tra le braccia della nonna; il luogo della sua morte portava il nome di Elena, madre di Costantino e nonna di Costante, sicché la profezia si era avverata (v. link). (4) FEL TEMP REPARATIO. Mentre il significato della leggenda allusiva al "ritorno dei tempi felici" (forse quelli in cui Roma riusciva ancora a mantenere l'ordine interno e a proteggere la popolazione dalle invasioni) è trasparente, non del tutto certa è l'espansione della leggenda, FELix TEMPorvm REPARATIO oppure FELicium TEMPorum REPARATIO oppure FELicis TEMPoris REPARATIO. La galea pilotata dalla Vittoria" è il tema del rovescio preferito da Costante perché verosimilmente onorava lo sbarco di Costante in Britannia nel 342. (5) Il segno di zecca è costituito dalle lettere, TESB, dove TES sta per Thessalonica mentre B identifica l'officina che ha battuto la moneta (la seconda di cinque attive). |
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