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Cartagine, follis, Galerio Cesare, l'Intervento | ||||||||||||||||||||||||||||||||
19.3.2020
..da msnUBBuongiorno, Le invio una foto, non so di cosa si tratta, grazie. 9 grammi 2,5 millimetri |
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Roma, 21.3.2020
Egregio,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Follis1, zecca di Cartagine, c. 297 d. C.2, RIC VI 22b (pag. 425), indice di rarità "c" Descrizione
sommaria (sono indicate in rosso le parti della
leggenda usurate o comunque illeggibili): La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Giulio De Florio --------------------------------
(2) La moneta in esame viene datata dal RIC, c. 297 d. C.. (3) MAXIMIANVS NOB CAES (MAXIMIANVS NOBilis CAESar, da identificarsi in Caio Galerio Valerio Massimiano, Cesare dei Balcani). Storia: "Fondatore" della tetrarchia era stato Diocleziano. Acclamato imperatore il 17 novembre del 284 d.C. dalle truppe di stanza a Nicomedia, dopo l'assassinio dell'imperatore Caro, seguito, ad appena un mese di distanza, da quello del figlio Numeriano, Diocleziano aveva prima smascherato e poi ucciso con le proprie mani il mandante dei due delitti, il prefetto del pretorio Apro. Inevitabile lo scontro con Carino, figlio di Caro, imperatore legittimo per successione. Nella battaglia, avvenuta nella Mesia (area danubiana), Carino rimase ucciso per mano di un ufficiale della propria guardia personale e Diocleziano, rimase unico sovrano al vertice dell'impero. Memore delle esperienze trascorse, egli si propose di dare un nuovo assetto allo stato romano che garantisse maggiore sicurezza e tempestività di intervento nella difesa dei traballanti confini, desse maggiore stabilità all'economia, evitasse le lotte di successione. Perciò pensò bene di dividere il potere con un generale fidato, Marco Aurelio Valerio Massimiano, a cui conferì il rango di Cesare nel 285 per poi elevarlo ad Augusto nel 286, affidandogli il governo dell'Occidente, riservando invece a sé il controllo della parte più ricca e progredita del mondo romano, l'Oriente. La neonata diarchia (governo di due) fu innanzi tutto funzionale a contrastare la minaccia delle invasioni dal nord e dalle regioni orientali. La capitale dell'Occidente fu spostata a Milano, città più prossima alle zone di frontiera e, quella d'Oriente, a Nicomedia (l'odierna Izmit, sul Mar di Marmara, nella Turchia asiatica). Ogni diarca disponeva di un proprio esercito, riorganizzato come forza di intervento rapido in grado di spostarsi velocemente in tutte le zone di crisi, se necessario anche in quelle di non diretta pertinenza. Allo scopo di fornire una base ideologica a questa nuova struttura dello stato, Diocleziano stabilì una gerarchia di comando che traeva spunto dalla gerarchia celeste: Massimiano diventava pari grado di Diocleziano e suo "frater" (fratello e quindi membro della gens Valeriana cui Diocleziano apparteneva - RIC VI pag. 9) ma la sua anzianità era inferiore a quella di Diocleziano perché, mentre Diocleziano assumeva il titolo di "Iovius", cioè figlio di Giove, Massimiano quello di "Herculius", figlio di Ercole, quindi più lontano da Giove per discendenza. Nel 293, sotto la pressione degli eventi militari alle frontiere, Diocleziano decise di estendere ulteriormente il progetto di decentramento dell'impero, affiancando, ai due Augusti, due Cesari, con l'incarico di presidiare rispettivamente i confini settentrionali (Britannia e Gallia) e quelli danubiani. L'impero risultò così diviso in quattro parti (in grassetto i nomi con cui i tetrarchi vengono di solito richiamati nei manuali storici), così suddivise:
Questa dunque sinteticamente era, negli intenti di colui che l'aveva concepita, la tetrarchia (governo di quattro), un'organizzazione fortemente decentrata dello stato, ma non priva di unità di comando, in cui l'Augusto senior dettava la linea politica e gli altri, Augusto junior e Cesari, provvedevano all'esecuzione, in autonomia di gestione. Con il passaggio dalla diarchia alla tetrarchia, l'ideologia del sistema si adeguò: come Diocleziano e Massimiano Erculio erano rispettivamente figli di Giove e di Ercole, così Galerio, attraverso l'istituto dell'affiliazione, lo divenne di Diocleziano con l'appellativo di "Giovio" e Costanzo di Massimiano, con l'appellativo di "Erculio". All'uno e all'altro fu conferito il titolo di "nobilissimus Caesar", entrambi entrarono a far parte della "gens Valeriana", tutti furono vicendevolmente vincolati dalla "pietas", l'etica della gratitudine agli dei e dell'affetto per i consanguinei. Nel 305, in seguito all'abdicazione congiunta di Diocleziano e di Massimiano, Galerio e Costanzo divennero augusti, mentre Severo e Massimino furono i nuovi cesari designati. (4) FELIX ADVE-NT AVGG NN (FELIX ADVENTus AVGustorum Nostrorum). L'intervento fortunato dei nostri Augusti, la rappresentazione standard dell'Africa con copricapo di pelle di elefante e zanna del pachiderma, un leone sul toro, sono elementi simbolici, strettamente legati all'arrivo imminente o effettivo di Massimiano Erculio in Africa e alle successive campagne contro i Quinquegenziani, tribù della Mauretania, abitanti nella regione montuosa del Mons Ferratus (oggi Algeria) che diedero gravi molestie ai Romani nella seconda metà del terzo secolo. Una campagna per domarli fu condotta al tempo di Diocleziano e Massimiano, prima, nel 289-292, dai generali dell'imperatore, poi, nel 297-298, da Massimiano Erculio in persona. A testimonianza dell'accordo e del reciproco riconoscimento tra le parti, la stessa tipologia monetale di figura fu battuta, secondo le seguenti particolarità, nel nome di tutti e quattro i tetrarchi in carica: * IMP C DIOCLETIANVS P F AVG (Diocleziano), Ric 21a (v. link). A sinistra nel campo, A (=1 in greco), segno distintivo dell'emissione. P (= Prima), officina incaricata. * IMP MAXIMIANVS P F AVG (Massimiano Erculio), Ric 21b (v. link). A sinistra nel campo, B (=2 in greco), segno distintivo dell'emissione. S (= Secunda), officina incaricata. * CONSTANTIVS NOB CAES (Costanzo Cloro da Cesare), Ric 22a (v. link). A sinistra nel campo, Γ (=3 in greco), segno distintivo dell'emissione. T (=Tertia), officina incaricata. * MAXIMIANVS NOB CAES (Galerio da Cesare), Ric 22b (la moneta di figura, v. link). A sinistra nel campo, Δ (=4 in greco), segno distintivo dell'emissione. Q (= Quarta), officina incaricata. (5) Il segno di zecca si compone di due parti: il gruppo PKQ in esergo (con P, breve per Pecunia o Percussa; K, breve per Karthago o Cartagine; Q, breve per Quarta officina) ed il numero Δ (=4 in greco) nel campo, segno distintivo dell'emissione. |
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