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9.8.2020
..da msnub.16 mm, meno di un grammo. Medioevale. È rame. |
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Roma, 11.8.2020
Egregio,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Picciolo eugubino1, zecca di Gubbio, 1482÷15082, CNI XIV 21 (pag. 28), Cavicchi 25, W-GBALP/1, indice di rarità NC Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le parti della leggenda usurate o comunque non più leggibili): D. G ° BAL ° DVS ★ DVX3, intorno, in verso orario, a partire da ore 12. Al centro, stemma inquartato4. R. ° EV ★ GV ★ BI VM ° 5. Al centro, Sant'Ubaldo, in abiti vescovili, stante, mitrato, orante, pastorale alla sua sinistra, con ai lati della testa S V6. La ricerca nel web di monete di tipologia simile a quella di figura ha dato luogo al seguente risultato:
Un saluto cordiale. --------------------------------------------- Note: (1) Il picciolo eugubino è una moneta di mistura di 14mm di diametro e 0,67g di peso. Un unico picciolo della tipologia di figura è stato reperito nel web, con le seguenti caratteristiche;
(2) La moneta non è datata, pertanto si può solo dire che fu battuta nell'arco temporale in cui Guidobaldo I da Montefeltro resse il ducato di Urbino e quindi tra il 1482 e il 10 Aprile 1508, anno della morte. (3) G ° BAL ° DVS ★ DVX (GuidoBALDVS DVX - Guidobaldo Duca). Guidobaldo (Guido Ubaldo) da Montefeltro (17 gennaio 1472-10 aprile 1508), noto anche come Guidobaldo I, fu un condottiero italiano e Duca di Urbino dal 1482 al 1508. Nato a Gubbio, succedette al padre Federico da Montefeltro come Duca di Urbino nel 1482. Sposò Elisabetta Gonzaga, sorella di Francesco II Gonzaga, marchese di Mantova. Combatté come uno dei capitani di papa Alessandro VI al fianco delle truppe francesi del re Carlo VIII di Francia durante l'invasione dell'Italia meridionale da parte di quest'ultimo; in seguito fu ingaggiato dalla Repubblica di Venezia contro Carlo. Nel 1496, mentre combatteva per il pontefice presso Bracciano, fu fatto prigioniero dagli Orsini e dai Vitelli, venendo liberato l'anno successivo. Guidobaldo fu costretto a fuggire da Urbino nel 1502 per sfuggire agli eserciti di Cesare Borgia, ma tornò dopo la morte del padre di Cesare Borgia, papa Alessandro VI, nel 1503. Adottò come erede Francesco Maria della Rovere, figlio di sua sorella e nipote di papa Giulio II, unendo così la signoria di Senigallia con Urbino. Aiutò papa Giulio II nella riconquista della Romagna. La corte di Urbino era all'epoca una delle più raffinate ed eleganti d'Italia. Molti letterati si incontravano lì. Affetto da gotta, Guidobaldo morì a Fossombrone all'età di 36 anni e gli succedette il nipote (v. link). (4) Lo stemma inquartato reca al centro il palo verticale formato dalle chiavi decussate incrociate sormontate dal triregno papale o padiglione; nel primo e nel quarto, il "bandato" feltresco; nel secondo e nel terzo, l'aquila spiegata coronata nel capo. (5) ° EV ★ GV ★ BI VM °, da interpretarsi EVGVBIVM, cioè Gubbio, lo stato emittente. I 5 monti di Gubbio () che intersecano la leggenda sono in realtà l'estensione del corpo centrale del rovescio, facendo parte dell'iconografia del santo che vuole alla propria destra i 5 monti di Gubbio. (6) S V (Sanctus Vbaldus), cioè Sant'Ubaldo. Nato Ubaldo Baldassini da nobile famiglia a Gubbio, Ubaldo perse il padre ancora giovanissimo. Fu istruito dal priore della chiesa cattedrale della sua città natale, dove divenne canonico regolare. Sentì la vocazione di diventare monaco, ed entrò nel Monastero di San Secondo della stessa città, dove rimase per alcuni anni. Convocato dal suo vescovo, tornò al monastero cattedrale, dove fu nominato priore. Udito che a Vienna il beato Pietro de Honestis alcuni anni prima aveva stabilito una ferventissima comunità di canonici regolari, ai quali aveva dato statuti speciali approvati da Pasquale II, Ubaldo vi si recò, rimanendo tre mesi presso i suoi fratelli canonici, per apprendere i dettagli e la pratica delle loro regole, volendo introdurle tra i propri canoni di Gubbio. Così fece al ritorno. Si guadagnò una reputazione di pietà, povertà (aveva ceduto ai poveri parte del suo patrimonio, altra parte l'aveva devoluta per il restauro dei monasteri), umiltà, mortificazione, mansuetudine e fervore, e la fama della sua santità si era diffusa nel paese, sicché gli vennero offerti diversi vescovati, ma li rifiutò tutti. Si dice che Ubaldo abbia impedito a Federico Barbarossa di saccheggiare Gubbio come già aveva fatto con Spoleto nel 1155. Tuttavia, quando la sede episcopale di Gubbio divenne vacante, fu mandato dal popolo insieme ad alcuni chierici a chiedere ad Onorio II di nominare un nuovo vescovo ma Onorio, dopo averlo consacrato, lo rimandò a Gubbio. Per il suo popolo egli divenne un modello perfetto di tutte le virtù cristiane e un potente protettore dei loro bisogni spirituali e materiali. Morì dopo una lunga e dolorosa malattia durata due anni (v. link). |
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