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Medaglia
anepigrafe, Sant'Anastasio, monaco e martire |
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20.1.2023
Buongiorno
Sig. Giulio De Florio,autorizzandola sin d’ora all'uso incondizionato delle foto o delle immagini che invio Le chiedo gentilmente una sua consulenza/valutazione relativa alla moneta che allego. In particolare: peso della moneta: 4,5g diametro: 27mm spessore: 0,5mm circa colore: marrone scuro asse di conio: di difficile calcolazione non vedendosi bene ne' fronte ne' rovescio. tipologia della lega metallica: non saprei. Con la calamita non si sente alcuna attrazione. La ringrazio e la saluto cordialmente. |
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Roma, 27.1.2023
Egregio
Lettore,riporto di seguito gli elementi significativi riguardanti la medaglia di figura: AE Medaglia devozionale1, data ignota2. Descrizione
sommaria (sono indicate in rosso le parti della
leggenda usurate o comunque illeggibili): La ricerca nel web di medaglie della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. -------------------------- Note:(1) Medaglietta devozionale in bronzo di forma ovale che ha perso per strappo l'occhiello o l'appiccagnolo. Esempi di questo tipo di medagliette sono presenti nei link di cui sopra. (2) La datazione è incerta, 17mo, 18mo, 19mo secolo (Wikimedia). (3) Traggo da ‘A Capa miracolosa tra fede, superstizione e cultura popolare' le note che seguono: Il ventidue gennaio si celebra la festa di Sant’Anastasio. Il martire persiano è noto nella cultura popolare per essere stato ritratto sulla medaglia votiva che veniva donata al popolo per preservarlo dalle forze malefiche. Il malocchio genera disgrazia, malasorte ed è prodotto da uno sguardo invidioso. La medaglia miracolosa raffigura da un lato la testa di Sant’Anastasio e dall’altro vi è impressa una iscrizione in latino “Imago S. Anast. Mun. Et. Mart. Cujus Aspec Fuga, Demo, Morbo, Repe, Acta, Concilii Ni, Te” la cui traduzione è “Immagine di Sant’Anastasio monaco e martire, il cui aspetto pone in fuga il demonio e allontana le malattie, come attestano gli atti del Concilio di Nicea”. Le origini di questa credenza le ritroviamo in Persia, il Santo, infatti, è nato a Razech. Nel seicentoquattordici, quando fu trasportata la Croce in Persia, dopo aver conquistato Gerusalemme, Magundat, così si chiamava Anastasio, che era stato istruito alla magia, volle sapere perché i Cristiani venerassero tanto tale strumento di supplizio. Conosciuti i rudimenti della religione cristiana si propose di abbracciarla. Recatosi a Gerusalemme ricevette il Battesimo, cambiando il nome in Anastasio. Dopo sette anni di vita monastica si trasferì a Cesarea di Palestina, allora sotto il dominio dei Persiani, e lì fu sottoposto a crudeli torture. Per evitare che Anastasio morisse fu raccomandato al re Cosroe, il quale rispose che lo avrebbe lasciato libero a condizione che abiurasse solo formalmente anche dinanzi ad una sola persona; Anastasio si rifiutò. Mandato in Persia, dove si trovava il re, resistette ad ogni tortura, infine fu strangolato e decapitato. Le sue reliquie, con accanto la testa, furono portate a Roma durante l’impero di Eraclio. Gli atti del secondo Concilio Niceno attestano che, guardando il Capo di Sant’Anastasio, si mettono in fuga i demoni e vengono curate le malattie. Si ha la notizia della venerazione del suo Capo nel Monastero “Ad Aquas Salvias” a Roma. Ancora una volta Sacro e profano si contaminano dando origine al culto di Sant’Anastasio. In tanti posseggono, tutt’ora, la medaglia miracolosa che viene custodita in un sacchettino azzurro di stoffa a forma rettangolare che richiama il colore del manto della Madonna. Per la vita di Sant'Anastasio, vedere anche https://grandenapoli.it/santanastasio-il-martire-persiano-e-la-medaglia-miracolosa/. |
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