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Roma, semisse della prua, toro, MD in nesso | ||||||||||||||||||||
15.10.2024
Buonasera,
La ringrazio per la cortese e rapida risposta alla
mia precedente del 4.10 u.s.Gradirei un Suo parere sulla moneta con le seguenti caratteristiche e di cui allego le foto: - peso: 16g, - diametro: 28mm, - colore: rame scuro, - asse di conio: ore 12, - lega metallica: bronzo, - assenza di materiale ferroso, - autorizzo l'uso incondizionato delle immagini inviate. Al diritto la testa di Saturno laureata a dx, al rovescio prua di nave a dx preceduta da S, sulla nave un quadrupede leggermente rampante? preceduto da MV?, in esergo si intravede ROMA. La ringrazio e porgo cordiali saluti. Buon lavoro. |
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Roma, 18.10.2024
Egregio
Lettore,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Æ semisse1, zecca di Roma, 189-180 a. C., Crawford 142/2 (pag. 215), Sydenham 299a (pag. 32), numismatica-classica R-B2/2 , indice di rarità "(4-7)" Descrizione sommaria:
Un saluto cordiale. --------------------------
(2) Nel merito della scelta di utilizzare Saturno come tipo del dritto del semisse in esame, traggo le note che seguono da "Immagini divine. Devozioni e divinità nella vita quotidiana dei Romani, testimonianze archeologiche dall'Emilia Romagna di Jacopo Ortalli e Diana Neri, 01 nov 2007" - v. link). "Nel quadro della prima monetazione romana appare emblematica la scelta dell'effigie di Giano che caratterizza il nominale maggiore, l'asse, già nelle serie fuse della prua e che viene poi mantenuto nelle numerose emissioni successive di età repubblicana, coniate fino al 46 a.C. Questa amplissima produzione vede l'utilizzo reiterato della iconografìa caratteristica, e pressoché immutata, della testa del dio bifronte, una delle più antiche divinità della religione romana, tipica della protostoria italica e senza equivalenti nel mondo greco; un dio autoctono, considerato il primo re del Lazio, che aveva regnato in una mitica età dell'oro, quando uomini e dei vivevano fianco a fianco felicemente. Giano era considerato il patrono di tutti gli inizi, oltre che dei passaggi, connotato dall'aspetto della duplicità, tanto cara all'ideologia repubblicana, capace di esprimere la coesistenza di due elementi di natura differente o addirittura opposta. Questa polivalenza, evidente nella duplice connotazione di dio della pace e della guerra, ma in genere delle trasformazioni e quindi del tempo, favoriva la rappresentazione di significati religiosi e politici insieme, che potevano assumere valenze diverse a seconda delle circostanze. La testa di Giano, come quella delle altre divinità che connotano i differenti nominali del sistema, era abbinata, sull'altro lato, al tipo fisso della prua di nave rostrata; malgrado la forte semplificazione simbolica, condizionata innanzi tutto dalle dimensioni dell'oggetto, le due facce della moneta esprimevano, nella loro stretta correlazione, un chiaro intento narrativo. In quest'ottica, secondo alcuni studiosi, le due immagini sarebbero infatti da collegare ad uno specifico evento, cioè alla costruzione del tempio di Giano nel Foro Olitorio, da parte del vincitore della battaglia navale di Mylae, C. Duilio (260 a. C., v. link). Saturno (v. link) in particolare era il dio romano dell'agricoltura e del raccolto, figlio di Celo, il dio del cielo. Per gli aspetti più importanti, era equivalente al dio greco Crono, figlio di Urano. Nella leggenda, dopo aver perso la battaglia con suo figlio Giove, fuggì nel Lazio, dove governò su un'età d'oro di felicità per l'umanità. Alcune monete repubblicane celebravano questa età mostrando da un lato la sua testa e dall'altro la nave su cui era arrivato. L'età d'oro di Saturno era celebrata a Roma durante i Saturnali nel mese di dicembre. Era una settimana di festa e di regali, durante la quale padroni e schiavi si scambiavano i ruoli; tenendo sempre presente che i ruoli sarebbero tornati alla normalità in breve tempo! (3) S, segno del valore (S breve per Semisse). (4) ROMA. Lo stato nel nome del quale la moneta è stata battuta. (5) , lniziali del monetiere, forse un certo M. Durmius. |
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