Roma, 22.5.2005
Egregio
Lettore,
i maggiori
dettagli da lei inviati consentono di aggiornare lo
studio di questa moneta effettuato due anni fa (cliccare qui per il
precedente). Di seguito riporto le conclusioni a
cui sono pervenuto:
Æ3, zecca di Roma1, (26.9.352 - inverno 354)2 d.C., RIC VIII
2593, indice di
rarità "R"
D. D N
CONSTAN - TIVS P F AVG4 . Busto drappeggiato e corazzato di
Costanzo II, con diadema di perle. D nel campo dietro la testa.
R. FEL
TEMP RE -
PARATIO5
. Soldato elmato volto a sinistra, imbraccia uno
scudo con il braccio sinistro mentre trafigge con
una lancia un cavaliere caduto, scudo a terra a
destra. Il cavaliere indossa un pileo e cade in
avanti abbracciando il collo del cavallo. Segno di
zecca, 6.
La ricerca
nel web di monete identiche a quella di figura non
ha prodotto risultati. Il link che segue si
riferisce ad una moneta di tipologia simile prodotta
dalla zecca di Roma:
- http://www.forumancientcoins.com/catalog/zoompg.asp?param=10183q00.jpg&id=7317
Constantius II, 22 May 337 - 3 November 361 A.D.
10183. Bronze AE 3, RIC 309, VF, Rome mint, 2.17g,
17.5mm, 180o, 355-361 A.D.; obverse D N
CONSTAN-TIVS P F AVG, pearl-diademed, draped and
cuirassed bust right; reverse FEL TEMP REPARATIO,
soldier spearing fallen horseman, R wreath P in
ex; $14.00.
Concludo
osservando che le caratteristiche fisiche e di stile
della moneta appaiono coerenti con i conî d'epoca.
Un saluto
cordiale.
Giulio De
Florio
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Note:
(1)L'assegnazione della moneta alla
zecca di Roma è il risultato di una ricerca
piuttosto laboriosa basata sulla identificazione
certa di soli due dei quattro elementi del marchio
di zecca, specificamente la lettera G presente nel campo a sinistra e la coroncina,
il cui riconoscimento è stato reso possibile dal
recente invio di una nuova immagine ad alta
definizione. Il segno caratteristico principale
della zecca, la "R" in esergo, è troppo usurato per
essere identificabile con certezza
(2)L'arco temporale a cui la moneta
appartiene è quello compreso tra il ritorno della
zecca di Roma sotto il controllo di Costanzo
(26.9.352), dopo l'abbandono della città da parte di
Magnenzio, e l'esecuzione di Costanzo Gallo (Cesare
dal 15.3.351) nell'inverno del 354. In quell'arco
temporale le officine della zecca di Roma batterono
la stessa tipologia monetale di figura sia nel nome
di Costanzo II che in quello del Cesare Costanzo
Gallo.
(3)Permane nella classificazione un
margine di incertezza, dovuto allo stato di usura
della moneta e alla conseguente difficoltà di
discriminare in modo certo la tipologia della testa
coronata:
(4)Dominvs Noster CONSTAN TIVS Pivs
Felix AVGvstvs. Costantino II, Costanzo II e Costante
(con quest'ordine di anzianità) divennero Augusti il 9
settembre del 337, circa quattro mesi dopo la morte
del loro padre, Costantino I il Grande. Insieme si
divisero l'impero, Costantino II governò in Ispagna,
Gallia e Britannia, Costanzo II in Oriente ed
Egitto, Costante in Africa, Italia e
Illyricum. Nel 340 Costantino II invase
improvvisamente i territori di Costante ma l'impresa
fallì e perì in battaglia ad Aquileia. Costante rimase
quindi unico Augusto d'Occidente fino a che cadde
vittima nel 350 di un complotto militare organizzato
da Magnenzio. La rivolta di Magnenzio durò sino al 353
quando, avuta la peggio nella guerra contro Costanzo
II, piuttosto che arrendersi, l'usurpatore preferì il
suicidio. A quel punto Costanzo rimase unico sovrano
dell'impero romano sino al 5 ottobre del 361 quando
anch'egli morì per cause naturali mentre si stava
muovendo per reprimere la rivolta di Giuliano
l'Apostata (v. altra
corrispondenza con i lettori).
(5)Sono indicate in rosso le parti
abrase della leggenda. Mentre il significato della
leggenda allusiva del "ritorno dei tempi felici"
(forse quelli in cui Roma riusciva ancora a mantenere
l'ordine interno e a proteggere la popolazione
dalle invasioni) è trasparente, non del tutto certa è
l'espansione della leggenda, FELix
TEMPorvm REPARATIO oppure FELicium
TEMPorum REPARATIO oppure FELicis TEMPoris REPARATIO.
Sulle FEL TEMP
REPARATIO (in breve, FTR) ha scritto un interessante
articolo Dough Smith (v. http://dougsmith.ancients.info/ftr.html)
da cui attingerò per la breve sintesi che segue. La
riforma monetaria del 348 di Costante e Costanzo II
portò in circolazione tre nominali in bronzo
argentato, nei seguenti tipi, tutti caratterizzati
dalla leggenda del rovescio FTR:
Nominali |
Tipi |
maggiore (biglione - argento al
3%) - grande AE2 |
"Cavaliere
disarcionato" (tema del rovescio preferito
da Costanzo II) |
"Galea
pilotata dalla Vittoria" (tema del rovescio
preferito da Costante perché verosimilmente
onorava lo sbarco di Costante in Britannia
nel 342) |
intermedio - piccolo AE2 - busti a
sinistra |
"Barbaro
portato fuori dalla capanna" (tema del
rovescio preferito da Costante forse per
esaltare il tema della ricolonizzazione dei
territori conquistati) |
"Sovrano
con due prigionieri" (tema del rovescio
preferito da Costanzo II) |
minore
- AE3 |
"La
Fenice" |
Con la morte di
Costante, il "Cavaliere disarcionato" rimase l'unico
tipo degli FTR in circolazione. Durante i suoi 13 anni
di vita, il "Cavaliere disarcionato" subì molte
modifiche in peso e dimensioni. Le prime monete erano
quelle che i collezionisti definiscono AE2 in quanto
misuravano 21÷23 mm di diametro; le ultime emissioni
scesero a 16 mm, nemmeno qualificabili come AE3.
Spesso queste ultime monetine sono dette AE3/AE4 per
indicare che si collocano nella fascia di confine tra
AE3 e AE4. Anche il peso progressivamente scemò così
come il contenuto, in partenza già basso, d'argento.
Il "Cavaliere
disarcionato" fu coniato grosso modo in quattro
varianti. Tutte avevano in comune la presenza di un
cavaliere ferito a morte da una lancia. La prima
mostra il cavaliere in ginocchio a terra dinanzi al
cavallo. La seconda lo mostra seduto a terra davanti
al cavallo. La terza lo vede ancora in arcioni ma con
il braccio e la testa protesi all’indietro verso
l'aggressore. L'ultima, che è quella pertinente alla
moneta di figura, lo vede schiantarsi a terra
abbracciato al collo del del cavallo.
Come
giustamente osserva Dough Smith il "Cavaliere
disarcionato" è una tipica moneta da collezione perché
soddisfa tre criteri:
- Economia,
in quanto nessuna moneta del "Cavaliere
disarcionato" sarebbe terribilmente costosa; si
andrebbe dagli esemplari peggiori a meno di un
dollaro per arrivare a quelli veramente perfetti
al costo di 100$.
- Varietà,
in quanto all'interno di ciascuna delle quattro
tipologie sopra illustrate, si possono osservare
numerose varianti atte a soddisfare le pignolerie
del collezionista specializzato.
Espandibilità,
perché partendo dal "Cavaliere disarcionato" ci si
può allargare a tutti i temi della FEL TEMP
REPARATIO e poi a tutte le monete d'epoca
costantiniana.
(6)è il
marchio di zecca (ove "R" in esergo sta per Roma ed
"S" sta per la 6a officina) mentre G
a sinistra nel campo del rovescio e D in quello del
dritto identificano la serie monetale. Ho colorato in
rosso la lettera "S" in quanto la sua ricostruzione è
del tutto ipotetica. |