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7.10.2005
Gentile
Giulio, ho recentemente acquistato un lotto misto
(denari e bronzi) ad un costo unitario decisamente
interesante. Debbo dire di aver visionato il lotto
con superficialità. In fase di catalogazione, alcune
monete mi stanno destando ovvi sospetti di
genuinità. Te ne invierò alcuni approfittando della
tua perizia e cortesia. Inizio con un Antoniniano AR
"attribuibile" a Marianiana:- Metallo: argento - Non ha proprietà magnetiche - Diametro masssimo: 19,5 mm - Peso: 2,4g - Asse di conio: ore 12:00 - Obverso: Busto diademato e velato a destra, poggiante su una mezzaluna (DIVAE MARINIANAE) - Reverso: Pavone che mostra la ruota e avanza a destra (CONSECRATIO) Le rinnovo i miei vivissimi complimenti per il prezioso lavoro che offre nel web. |
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Roma, 10.10.2005
Egregio
Lettore,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Antoniniano1, zecca di Roma, 255 d. C. , RIC V/I 5 (pag. 64), Cohen V 11 (pag. 342), indice di rarità "R" D. DIVAE MARINIANAE2.
Mariniana, testa diademata, velata, a destra, sopra
falce di luna. La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Cordiali saluti. ------------------------------- Note: (1) L'esigenza di distinguere gli antoniniani (o doppi denari) dai denari o dagli assi indusse i monetieri romani a ritrarre l'imperatore sul dritto degli antoniniani con la corona radiata sulla testa, simbolo del sole; l'uso della corona radiata sarebbe stato inappropriato per le Auguste il cui busto negli antoniniani fu posto perciò sopra una falce di luna. Si ricorderà che l'associazione tra la Luna (ovvero Diana) e la donna ha a che vedere con la fecondità, in quanto, come riferisce Cicerone (Lib. ii. De Nat. Deor.), Diana era la dea invocata dalle partorienti (v. S. Stevenson). Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche delle monete della tipologia di figura tratte dai link sopra citati:
(2) DIVAE MARINIANAE (alla divina Mariniana). Riferisce RICV/1 che in onore di Mariniana, moglie di Valeriano I (l'imperatore che ebbe la sventura di essere catturato dai Persiani e di morire in prigionia - si guardi in proposito, in altra parte di questo sito, un bassorilievo che lo ritrae mentre invoca la pietà del re persiano che lo aveva catturato), furono battuti due aurei, alcuni antoniniani e alcune monete di bronzo, recanti sul dritto la leggenda DIVA, ad indicare che Mariniana era morta prima dell'accesso del marito al soglio imperiale, tutte monete della consacrazione quindi, celebrative cioè dell'apoteosi, della divinizzazione, della donna. Non tutti gli autori concordano però sulla relazione di parentela di Mariniana con Valeriano I (si veda ad esempio il Cohen, vol. V pag. 341. (3) CONSECRATIO (apoteosi, consacrazione). Il pavone è l'uccello caro a Giunone, come l'aquila lo è a Giove. Come l'aquila è associata alla consacrazione degli imperatori dopo la morte, così il pavone, è associato all'apoteosi delle "auguste". Perciò ritroviamo il pavone su questa, come su altre monete della consacrazione, nel suo splendore ossia nell'atto di fare la ruota oppure, come in altra moneta illustrata in questo sito, nell'atto di trasportare nell'Olimpo la sovrana defunta. Il pavone è anche il simbolo della fedeltà coniugale in quanto si ricollega al mito di Argo che di seguito riassumo: Giove, per sedurre Io, si era trasformato in una nube e aveva avvolto la terra, poi aveva trasformato Io in una vacca allo scopo di celare l'avvenuta infedeltà coniugale. Ma Giunone, sospettosa per aver visto la terra tutta avvolta da una nube, era scesa sulla terra a controllare e aveva trovato Giove in compagnia di una vacca. Il trucco non poteva bastare ad ingannare la dea che astutamente aveva chiesto a Giove di poter avere in dono la vacca, dono che Giove non avrebbe potuto negarle senza ammettere il misfatto. Quindi Giunone aveva affidato ad Argo, il mostro dai cento occhi, l'incarico di custodire l'animale; tra i suoi cento occhi, Argo, ne aveva infatti almeno uno sempre aperto e quindi nemmeno il sonno avrebbe potuto impedirgli di svolgere il suo compito. Giove allora, per riprendersi Io, inviò Mercurio il quale, prima addormentò Argo con il suono del suo strumento, poi lo decapitò. Giunone volle allora ripagare Argo per il suo sacrificio, sicché prelevò i suoi occhi e li trasferì sulla coda del suo animale preferito, il pavone, dove tuttora si possono osservare. |
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