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Carino ed Elpis | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
15.2.2010
Buona sera,
nel ripulire una cantina ho trovato dentro un
vasetto una moneta. Volevo inviarle alcune
foto per poter avere delle informazioni generali. Peso: 6.7g Diametro: 1,8mm Non è attratta da calamita. Colore:bronzo Asse di conio ore 12 (entrambi i lati allo stesso asse). Ringranziandola anticipatamente e contando sulla sua grande esperienza le porgo cordiali saluti. |
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Fagagna, 20.2.2010
Egregio
Lettore, mi sono già occupato nel passato (v. link) di questa tipologia monetale. Non mi resta pertanto che riprendere i concetti già espressi e applicarli al caso in esame: Tetradrammo - Or1, zecca di Alessandria, Milne 47012 Descrizione
sommaria: La ricerca nel web di monete di tipologia simile a quella in esame ha prodotto i seguenti risultati:
Un saluto
cordiale. ------------------------------- Note: (1) Tetradrammo in oricalco. Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche dei tetradrammi della tipologia di figura presenti nei link di cui sopra:
(2) La classificazione Milne 4701 è stata dedotta dai link di cui sopra ma non verificata sul testo. (3) Autokratωρ Kaiσαρ Markoc Auρηlioc CEBastoc. Il padre di Carino, Marco Aurelio Caro fu acclamato imperatore dall'esercito alla morte di Probo nel settembre del 282 d.C. Poco dopo l'ascesa al trono egli conferì il titolo di Cesare ai due figli, Marco Aurelio Carino, nel cui nome fu battuta la moneta di figura, e Marco Aurelio Numeriano, rispettivamente di 33 e 28 anni. Nel dicembre del 282 o agli inizi dell'anno successivo le esigenze della guerra persiana costrinsero Caro e Numeriano a partire per l'Oriente, mentre Carino rimase a Roma a curare gli affari di stato e a difendere i confini gallici. Lungo la strada padre e figlio intervennero con successo sui Sarmati e i Quadi in Pannonia prima di raggiungere il teatro delle operazioni in Persia. Al momento di attraversare il confine persiano, verosimilmente agli inizi del 283, Caro decise di elevare i figli al rango di Augusti ed ebbe cura di riconoscere al figlio maggiore Carino l'anzianità di comando che, in virtù dell'età, gli era dovuta rispetto al fratello Numeriano. Il Tigri fu attraversato e l'esercito avanzò fino a Ctesifonte facendo un ricco bottino, quando avvenne la singolare disgrazia, un fulmine uccise Caro tra l'agosto e il settembre del 283 o più probabilmente nel mese di novembre. Numeriano procedette lentamente sulla strada del ritorno in Europa quando anche lui perì improvvisamente, forse assassinato, nei pressi di Heraclea nel settembre÷novembre del 284. Questa versione dei fatti, presentata dal RIC, si discosta in parte dall'altra adombrata in altra pagina di questa rubrica e avanzata dallo storico Kovaliov, secondo il quale alla base delle due morti improvvise di Caro e di Numeriano ci sarebbe stata la congiura ordita dal prefetto del pretorio Flavio Apro che aspirava al potere. Diocleziano, l'ufficiale di grado maggiore al seguito di Numeriano colse l'occasione della morte del proprio sovrano per uccidere l'infido Flavio Apro e farsi proclamare imperatore dalle truppe. Carino, appresa la notizia della morte del fratello e dell'acclamazione di Diocleziano, mosse contro di lui. Sulla strada dovette però reprimere la rivolta di Marco Aurelio Giuliano di Pannonia che sconfisse e uccise in battaglia a Verona verso l'inizio del 285. Lo scontro con Diocleziano si svolse nella primavera successiva a Margus in Moesia, al confine danubiano. Diocleziano fu battuto in battaglia ma, incredibilmente, vinse la guerra perché Carino fu assassinato da un suo ufficiale la cui moglie egli aveva sedotto. Le donne del resto avevano rappresentato, sembra, un grosso problema per Carino: secondo il RIC ne avrebbe sposate nove, dell'ultima delle quali soltanto ci è pervenuto il nome, Magnia Urbica, donna di singolare bellezza che ha lasciato di sé un'immagine sulle monete a lei dedicate. (4) Elpis, la Spes latina, personificazione della Speranza (iconografia basata sul profilo - di solito a sinistra - della Kore arcaica o delle statue di "Persefone", come suggerisce il sito: http://etext.lib.virginia.edu/kinney/small/n3.htm), viene di solito rappresentata nella monetazione romana come leggiadra fanciulla che si muove a passo di danza recando un fiore e sollevando un lembo della veste. Riferisce BMC che la Spes fece il suo primo ingresso nella monetazione romana con l'imperatore Claudio. Di lei scrisse versi Ovidio (Ex Ponto, I 6,29-54), "Haec dea, cum fugerent sceleratas numina terras, in dis invisa sola remansit humo" [n.d.r.; quando dagli altri numi deserto fu lo scellerato mondo, sola costei rimase nella, agli dei invisa, terra]. (5) L B, ove L serve a introdurre il periodo di regno identificato dal numerale successivo, B (=2) che indica quindi il secondo anno di regno 283-284 di Carino (v. link). |
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