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1.4.2010
Buon giorno
Sig. Giuliosono in possesso da quando ho 20 anni di una moneta comprata da una vecchietta in un mercatino di Roma questo è successo ben 35 anni fa la moneta in questione ha un diametro di circa 25mm un peso di 13g spero che riesca a toglermi la curiosità della sua provenienza della sua epoca sperando che non sia un tarocco la ringrazio e le porgo distinti saluti. |
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Roma, 4.4.2010
Egregio
Lettore,la monetazione punica non rientra nella mia area di approfondimento. Tuttavia, allo scopo di soddisfare almeno in parte la sua richiesta e nei limiti di quanto affermato, di seguito riporto gli elementi significativi pertinenti alla sua moneta che mi è stato possibile raccogliere dopo una ricerca nel web: Tetradrammo1, zecca punico-sicula (Lylibaeum?2), 320-300 a. C., Jenkins SNR 56 2713 Descrizione sommaria: La ricerca nel web di monete della Zeugitania battute nell'arco temporale 320-300 a. C. ha prodotto i seguenti risultati:
Un saluto cordiale. Giulio De Florio ------------------------------- Note:
(2) La moneta è genericamente attribuita dal sitohttp://www.magnagraecia.nl/coins/ ad una zecca siculo-punica (forse Lylibaeum, l'odierna Marsala). (3) La classificazione, Jenkins SNR 56 271 è stata ripresa dal sito http://www.magnagraecia.nl/coins/Punic_map/Zeugitana_map/descrL_SNR56-271.html. Per le notizie sulla dea Tanit rimando alla trattazione che ne viene fatta dal sito http://en.wikipedia.org/wiki/Tanit.Voglio qui riportare una diversa interpretazione del dritto della moneta che lo vuole associato a Didone, Regina e fondatrice di Cartagine. Le note che seguono sono riprese dal sito http://www.queendido.org/didocoins.htm : "La bella testa femminile sul dritto di questo tetradramma è di solito identificata come Didone-Elissa, esule reale di Tiro, fondatrice della città di Cartagine nel 814 a. C. Il copricapo che indossa è un'intrigante tiara frigia, simbolo dell’origine orientale. Pierre Strauss osservò una volta che la sua forma pieghettata ricorda quella di una conchiglia di mare ed è forse allusiva al murice utilizzato per colorare e per il quale Tiro era famosa. Questa varietà monetale (quella di figura; n.d.r.) appartiene ad una delle tre diverse emissioni speciali della monetazione siculo-punica che raffigurano Didone. Jenkins ha suggerito che queste emissioni potrebbero essere state battute come donativi per il corpo d'elite composto da 2000 cittadini al comando della flotta inviata da Cartagine contro Agatocle nel 314 a. C. (5) Sempre dal sito http://www.queendido.org/didocoins.htm traggo l'interpretazione del rovescio: "Si tratta con buona evidenza di una "serie speciale", nella quale Didone compare come ai Libici del IX-VIII secolo, ancora tutta intrisa delle proprie fattezze tirie, diversamente dal tradizionale conio in gusto greco di Didone/Tanit, con cavallo di Cartagine sul retro (che rappresenta il popolo punico, la sua nobile fierezza, ed il sinecismo con quello africano e con i suoi ben noti cavalieri libici). Qui figura invece un leone, simbolo sacro di Melqart e di Tiro, ovvero della città patria di Didone; siamo cioè alle origini dell'epopea di Elissa, quando ella non si era ancora consacrata Regina di Cartagine, ed un nuovo popolo non s'era ancora formato sotto il suo scettro. Tale conio fu forgiato in occasione della guerra contro Agatocle, il temibile tiranno greco di Sicilia. Lo scopo dell'operazione appare piuttosto evidente: raffigurare al nemico il volto originario di Didone, l'invincibilità della Regina e della città da lei fondata, ed interpretare l'evento (attraverso le fattezze troiane) come vendetta storica dell'Oriente. Inoltre significare ai Greci che i barbari dell'Occidente (così dai primi erano chiamati i Cartaginesi) erano molto più orientali (nel senso di evoluti) degli stessi Greci! Didone è infatti figura di sintesi suprema tra Oriente ed Occidente (le due dimensioni culturali e geografiche dell'antichità classica, diversamente dalla moderna contrapposizione Nord-Sud). Inoltre l'identità politica tra il nuovo tiranno Agatocle e quello antico (Pigmalione, il fratello di Elissa), è chiara ed immediata. Così la raffigurazione "tiria" di Didone assume il senso di un monito nei confronti di Agatocle: i suoi scellerati disegni di egemonia saranno vanificati esattamente come quelli di Pigmalione, che vide passare le colonie fenicie occidentali sotto l'influenza di Cartagine, governata dall'odiata sorella; questo è il risoluto intendimento espresso dal popolo di Elissa (rappresentato nel leone), in forma di conio. Non può dunque sorprendere la risposta greca: si noti infatti la coincidenza temporale tra il conio di questa serie "rievocativa" e la nascita dell'irriverente racconto d'appendice di Timeo (il frammento di Timeo è stato rinvenuto giusto in appendice agli Strategémata del retore greco Polieno - II sec. d.C., opera a carattere anedottico, il cui basso profilo la dice lunga sul prestigio di Timeo)." (6) La leggenda MMHNT avrebbe il significato di "popolo del campo". Presumibilmente perciò questa tipologia monetale fu battuta per ragioni militari o per le paghe dei soldati (v. link). |
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