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Tito e la Concordia di
Augusto |
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9.6.2010
Egregio sig. De Florio, come
anticipato, Le scrivo ancora per proporre alla sua
attenzione una mia moneta. Questa moneta (insieme ad
altre) mi è stata regalata da amici che sapevano di
questa mia incipiente passione, e me l'hanno ceduta
per la mia collezione. Purtroppo pensando di far bene
me l'hanno consegnata parzialmente "pulita" con
evidente rimozione di quella che doveva essere una
bella patina. Sarei interessato ad avere il Suo parere
sull'autenticità nonché sul valore venale. Le elenco i
dati della moneta: Peso: 11,9 grammi Diametro: 27
millimetri Colore: dorato Materiale: presumibilmente
oricalco Asse di conio: tra ore 5 e ore 6 La moneta
non è attratta da calamita Cordiali saluti, grazie per
il Suo lavoro. |
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Roma, 12.6.2010
Egregio
Lettore, di seguito riporto i dati significativi pertinenti alla sua moneta: Dupondio1, zecca di Roma, 80-81 d. C.2, RIC II (Nuova ed.) 194 (pag. 210)3, indice di rarità "R3"4 Descrizione
sommaria: Di seguito riporto i link a monete di uguale tipologia presenti nel web:
Un saluto
cordiale. ------------------------------- Note:
["Gradirei un
parere indipendente sulla moneta di cui al link ..
. Se autentica, dovrebbe trattarsi di un dupondio
di rarità R3 secondo il RIC II, 194 (pag. 210)
Nuova edizione.
[Giulio,
per quanto posso vedere, la moneta è
correttamente attribuita RIC 194. R3 significa
che Carradice and Buttrey hanno trovato solo una
moneta così a Oxford, illustrata nella tavola
98. Ciò non significa comunque che sia
necessariamente una grande rarità. I suoi
caratteri distintivi sono la testa radiata a
destra sul dritto e l’abbreviazione CONCORD
AVGVST sul rovescio. Pochissimi collezionisti e
musei fanno un serio tentativo per acquistare
ogni varietà di una serie particolare, sicché ci
possono ben essere altri esemplari di RIC 194
nelle collezioni private o nei magazzini dei
commercianti che semplicemente non hanno trovato
modo per entrare nelle collezioni dei maggiori
musei o nei cataloghi pubblicati per assenza di
domanda o interesse. Da notare che il tuo
esemplare proviene da stampi diversi per
entrambi i lati da quello illustrato da Oxford,
sicché non è nemmeno una delle rarità conosciute
originate da un’unica coppia di stampi, di cui
si trovano molti esemplari nell’epoca dei Flavi,
probabilmente un centinaio di monete diverse
solo tra i bronzi medi].
Caro
Curtis, grazie per la risposta che
investe la questione, "l'esemplare in
esame è davvero una rarità anche se
classificato R3 - unico esemplare
conosciuto - da Carradice e Buttrey?".
La risposta che mi hai dato, che io
non condivido totalmente, è solo parte
del problema, l'altra parte essendo
"la moneta è realmente autentica?".
Cercherò di esprimere in termini
sintetici nel mio inglese stentato il
mio punto di vista: Desiderabilità della moneta e
mercato. Tu sostieni che la moneta,
per carenza di domanda e interesse,
non figuri nei cataloghi, nei musei e
nelle collezioni e perciò abbia uno
scarso valore commerciale. Io non ho
nulla da obiettare a questo, vista la
tua grande esperienza commerciale. La
rarità indica quanto una moneta è
comune, essa esprime la valutazione
degli autori del RIC, basata
sull'effettiva indisponibilità di
dati. Nel corso dell'estesa ricerca da
me effettuata nel web ho potuto
trovare un solo esemplare dello stesso
tipo che tu puoi osservare nel link
..". Ciò significa che gli esemplari
noti sono almeno due e che comunque la
moneta non è poi così facile da
reperire. Autenticità. Qui io
ho i miei dubbi. Il profilo di Tito
non è quello che mi aspetterei
se lo confronto con quello presente
nelle tavole del RIC e nel link di cui
sopra. La superficie del dritto è
piena di buchi. Forse tu la pensi
diversamente sulla base della tua
esperienza].
[Giulio,
grazie per il link all'esemplare di
Calvet che sembra provenire dagli stessi
stampi di Oxford,
RIC pl. 98, 194. Io non ho motivo per
dubitare dell'autenticità dell'altro
campione che mi hai mostrato].
(5)
IMPerator
Titus
CAESar
VESPasianus
AVGustus
Pontifex
Maximus
TRibunicia
Potestate
COnSul
VIII.
Si
noterà come il titolo di
"Imperator", indicativo del
comando militare, è utilizzato
come praenomen da tutti i sovrani
della famiglia flavia. Il titolo
dinastico di Caesar viene dai
Flavi mutuato dalla famiglia
Giulio-Claudia. La monetazione di
Tito si distingue da quella di
Vespasiano per l'interposizione di
una "T" tra "IMP" e "CAES". Traggo
dallo Stevenson
i seguenti cenni biografici sulla
vita di Tito. Tito, nato il 30
dicembre 41, è il figlio maggiore
di Vespasiano. Inizia la carriera
militare al seguito del padre in
Germania, poi lo segue in
Britannia, dando prova di abilità
e doti di comando, pur mantenendo
affabilità di modi e capacità
comunicativa. Nerone lo promuove
dal rango di tribuno a quello di
prefetto, ponendolo al comando di
una legione. Partecipa con il
padre alla guerra giudaica,
conquistando le città di Tarichaea
e Gamala, roccaforti della
resistenza giudaica. Dopo la morte
di Galba e l'elevazione di
Vitellio conduce negoziati con
Mucio, governatore della Siria,
per cercare appoggio al
trasferimento della
sovranità a Vespasiano,
negoziati conclusi positivamente e
seguiti dall'acclamazione di
Vespasiano da parte delle legioni
di stanza in Oriente. Dopo il
rientro di Vespasiano a Roma (69),
Tito prosegue da solo la guerra
giudaica. Riceve dal Senato il
titolo di Cesare e di Principe
della gioventù, e viene nominato
console per il 70 come collega del
padre nella carica. L'8 settembre
del 70, dopo un lungo assedio e
120.000 morti tra le fila nemiche,
conquista Gerusalemme riducendone
in schiavitù gli abitanti. Nella
conquista viene distrutto, forse
contro la volontà di Tito, il
tempio che gli Ebrei avevano
eretto in onore dell'Onnipotente.
Dopo la vittoriosa conquista gli
viene tributata la prima
acclamazione e il titolo di
Imperator. Nel 71 rientra a Roma
dove il Senato concede a lui e al
padre, l'onore del trionfo e, con
la seconda acclamazione,
l'autorizzazione al titolo di IMP
II. Viene quindi associato dal
padre nell'esercizio del
governo e lo sostituisce alla
morte nel 79. Nelle vesti di
Augusto introduce riforme
efficaci. Il suo regno viene
funestato da gravi calamità
naturali, tra cui l'eruzione del
Vesuvio che porta alla distruzione
di Pompei ed Ercolano nell'agosto
del 79 e l'incendio di Roma
nell'80. Avvia anche con fondi del
proprio patrimonio personale
l'opera di ricostruzione e offre
ai Romani il nuovo anfiteatro
(noto come Colosseo). Muore il 13
settembre dell'81 tra il compianto
generale. Per lui viene coniata la
definizione: amor ac deliciae
generis humani.(6) CONCORDia AVGVSTi La Concordia esprime l'armonia all'interno della casa imperiale. |
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