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26.11.2010
Buongiorno
Giulio, come precedentemente annunciato, sono a
porre all’attenzione la moneta in allegato, il peso
è di 8,9 g. Il diametro varia da 24,4 a 26 mm. Lo
spessore è 1,7mm., 3 se comprendiamo lo spessore
della testa. L’asse di conio è a ore 6,00 ed il
colore è quello che si vede in foto (rame). Come si
può vedere dall’ombreggiatura in foto, ho scattato
con luce solare non diretta sulla moneta, anche se
molto presente, ma da un prima analisi, il colore
della patina non sembra alterato rispetto
all’originale. A mio parere si tratta di un Asse di
Traiano 98-117 d.c. Allego inoltre altre due foto
scattate con luce artificiale, per aiutare la
lettura delle diciture sulla stessa.
(IMG7152/IMG7159). Comunque le dico cosa si vede
nella moneta, Fronte AVG G ………. COS Retro SPQR……..
CIPI / S C. |
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Roma, 3.12.2010
Egregio
Lettore, Asse1, zecca di Roma, 103÷111 d. C.2, RIC II 479 (pag. 279)3, indice di rarità "C". Descrizione
sommaria (sono indicate in rosso le parti della
leggenda usurate o comunque non più leggibili):
La ricerca nel web di monete di tipologia identica a quella di figura ha prodotto i seguenti risultati:
Un saluto
cordiale.
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Poiché il peso del campione in esame è piuttosto basso, propendo nel ritenere che la moneta sia un asse. Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche degli assi di Traiano presenti nei link di cui sopra e nel data base dell'ANS (American Numismatic Society):
(2) La moneta può essere genericamente ascritta al periodo che inizia con il 5° consolato di Traiano (103 d.C.) e si conclude all'inizio del 6° (111 d. C.). Non aiutano i riferimenti ai trionfi sulla Dacia, il primo celebrato nel 102 al termine della prima guerra dacica ed il secondo nel 107 al termine della seconda guerra dacica. (3) RIC II 479 (pag. 279). La descrizione del RIC per questo asse è "testa laureata a destra, paludamento"; poiché dall'immagine non si rilevano tracce di paludamento, la descrizione dianzi riportata non si attaglia esattamente alla moneta. Ciò indurrebbe a propendere per l'attribuzione RIC II 481 (dupondio, testa radiata, nessun paludamento) se non fosse che il peso indicato dal lettore (8,9g) è piuttosto basso per considerare la moneta un dupondio. Purtroppo i manuali di riferimento, il RIC e BMC, non offrono, per il periodo traianeo, solidi ancoraggi alle attribuzioni. Si prenda ad esempio la moneta di cui al link http://www.acsearch.info/record.html?id=124969; essa viene descritta dalla casa d'aste che l'ha venduta come dupondio ma classificata come variante di RIC 479, cioè variante di un asse. Dovendo quindi accettare comunque una scelta compromissoria per la classificazione sembra più giusto considerare la moneta come variante priva di paludamento dell'asse RIC II 479 piuttosto che dupondio leggero da classificare RIC II 481. (4) Le leggende del dritto e del rovescio della moneta vanno lette congiuntamente: IMPeratori CAESari NERVAE TRAIANO AVGusto GERmanico DACico Pontifici Maximo TRibunicia Potestate COSuli V Patri Patriae SPQR OPTIMO PRINCipi e quindi: il Senato e il Popolo di Roma [dedicano] all'Imperatore Cesare Nerva Traiano, Augusto, Germanico, Dacico, Pontefice Massimo, Console per la 5a volta, Padre della Patria, Principe Ottimo. Per il profilo biografico di Traiano si rimanda al portale dell'Enciclopedia Treccani consultabile in rete (v. link). (5) S. C. (Senatus Consulto, "per decreto del Senato") era la consueta sigla apposta sui nominali in bronzo romani (sesterzi, dupondi e assi) ad indicare la competenza esclusiva del Senato Romano nelle decisioni attinenti alle emissioni di quelle monete (la monetazione in oro e in argento, che non riporta quella sigla, rientrava invece nelle competenze dirette dell'imperatore). (6) Cerere è riconoscibile dai suoi attributi, le spighe di grano e la torcia che richiamano il mito di Proserpina. Proserpina, figlia di Cerere, che l'aveva generata dall'unione con Giove sarebbe stata un giorno rapita. Cerere si sarebbe aggirata per nove giorni disperata per terra e per mare alla ricerca (di qui la torcia nelle mani) della figlia prima di apprendere che, a rapirla, era stato Ade, signore degli Inferi, con il consenso di Zeus. Cerere si sarebbe allora chiusa nel dolore e la terra sarebbe divenuta sterile, tanto da indurre Giove a concedere il ritorno di Proserpina dagli inferi per sei mesi ogni anno, tra la primavera e l'autunno. Cerere, placata, avrebbe allora ripreso il suo posto nell'Olimpo, da dove di nuovo sarebbe tornata dispensiera di fecondità e fertilità per la terra. Dunque Cerere rappresenta la terra che nell'alternarsi delle stagioni produce il grano, necessario nutrimento per gli esseri umani. La presenza di Cerere sulle monete richiama gli approvvigionamenti di grano attraverso le importazioni dall'Egitto mentre il moggio è lo strumento di misura utilizzato nelle distribuzioni di grano alla popolazione. |
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