Roma, 4.12.2010
Egregio
Lettore,
di seguito
riporto gli elementi che mi è stato possibile
raccogliere sulla sua moneta:
Frazione di
radiato1, zecca di
Alessandria2, c. 296÷297 d.
C., RIC
VI 46a (pag. 667), Cohen
VI 34 (pag. 419), indice di rarità
"C"
Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le
parti della leggenda usurate o comunque non più
leggibili):
D. IMP
C
DIOCLETIANVS
P F AVG3. Diocleziano, testa radiata, busto a destra
paludato e corazzato.
R. CONCORDIA
MILI-TVM4. Il
principe stante a destra in abito militare riceve
una piccola Vittoria su un globo da Giove stante a
sinistra che con la mano sinistra si appoggia ad uno
scettro. Segno di zecca Δ/ALE5.
A titolo di
confronto e per le indicazioni di valore, riporto
alcuni link relativi a monete di tipologia simile
presenti nel WEB:
- http://www.acsearch.info/record.html?id=143134
Source Auktionshaus H. D. Rauch GmbH Auction
Summer Auction 2007 (11.09.2007) Lot
1074 ( « | » ) Price 25
EUR (~35 USD) Description (Translate
descriptionShow original description) Römisches
Kaiserreich: Diocletianus bis Licinius II.
Diocletianus 284-305 - nach der Münzenreform.
Radiatus/Antoninian (3,40 g), Alexandria, 1.
Offizin 296-297 AD. Av.: IMP C DIOCLETIANVS PF
AVG, Portrait n.r. Rv.: CONCORDIA MILITVM / A (im
Feld) / ALE (in ex.), Kaiser l. und Iuppiter mit
Szepter r. halten gemeinsam Globus mit Estimate:
EUR 25.
- http://wildwinds.com/coins/ric/diocletian/_alexandria_RIC_VI_046A.jpg
Diocletian. Radiate Fraction. Alexandria. 296-297
AD. IMP C DIOCLETIANVS PF AVG, radiate, draped,
cuirassed bust right CONCORDIA MI-LITVM, Emperor
standing right, receiving Victory on globe
from Jupiter, standing left, holding sceptre.
Gamma in lower centre. Mintmark ALE. RIC VI
Alexandria 46A. Rated common.
- http://www.acsearch.info/record.html?id=342813
Source Compagnie Générale de Bourse Auction - Lot
- Price 25 EUR (~36 USD) Description (Translate
descriptionShow original description) DIOCLETIEN
0/11/284-1/05/305) Caius Aurelius Valerius
Diocletianus Auguste (20/11/284-1/05/305)
Néo-aurelianus ou pseudo-aurelianus 296-297 N°
brm_204388 Date : 296-297 Nom de l'atelier :
Alexandrie Métal : cuivre Diamètre : 20,5mm Axe
des coins : 12h. Poids : 3,33g. Degré de rareté :
R1Etat de conservation : TB+Commentaires sur
l'état de conservation : Exemplaire sur un flan
large pour ce type. Beau portrait. Revers,
légèrement décentré. Patine vert foncé granuleuse
et piqué. Prix : 25,00 € N° dans les ouvrages de
référence : C.34 - RIC.47 - RC.3540 var. (25£) -
MRK.119 /94 Titulature avers : IMP C DIOCLETIANVS
P F AVG. Descript ion avers : Buste radié, drapé
et cuirassé de Dioclétien à droite, vu de trois
quarts en avant (A). Traduction avers : 'Imperator
Cوsar Diocletianus Pius Felix Augustus',
(L'empereur césar Dioclétien pieux et heureux
auguste). Titulature revers : CONCORDIA MIL-ITVM/
(delta)// ALE. Description revers : L'empereur et
Jupiter debout face à face ; Dioclétien est à
gauche, tenant un sceptre court de la main gauche
et recevant un globe nicéphore de Jupiter, nu
debout à droite, tenant un sceptre de la main
gauche. Traduction revers : “Concordia Militum”,
(La Concorde des soldats). Commentaire à propos de
cet exemplaire : Rubans de type 3. Ptéryges à
peine visibles sous le paludamentum. Historique :
Dioclétien, né en 245 en Dalmatie (Split), est un
empereur illyrien. Il revêt la pourpre après avoir
éliminé Aper, préfet du prétoire, beau-père et
assassin de Numérien, le 20 novembre 284. Luttant
d'abord contre Carin, dernier fils de Carus, il
est battu au Margus l'année suivante ; mais Carin
est assassiné et Dioclétien reste seul auguste. Il
nomme Maximien, un compatriote, césar en novembre
285, puis auguste le 1er avril 286. Il vient de
créer un nouveau régime politique, la dyarchie où
deux empereurs se partagent le pouvoir militaire
et politique, mais Maximien reste subordonné à
Dioclétien. Dioclétien se place sous la protection
jovienne (de Jupiter) tandis que Maximien est
d'essence herculéenne (d'Hercule). Dioclétien
passe les dix premières années de son règne à
guerroyer en Orient, tandis que Maximien reste en
Occident. Dioclétien est le premier empereur du
Bas Empire, selon l'expression de Gibbons, et
l'instaurateur du dominat.
- http://www.acsearch.info/record.html?id=391793
Source Auktionshaus H. D. Rauch GmbH Auction
Auction 86 (12.05.2010) Lot 1170 (
« | » ) Description (Translate
descriptionShow original description) RÖMISCHE
KAISERZEIT Diocletianus 284-305 (D)
Radiatus/AE-Antoninianus (2,98g), Alexandria, 1.
Offizin 296-297 n.Chr. Av.: IMP C DIOCLETIANVS P F
AVG, Büste mit Strahlenkrone, Drapierung und
Kürass n.r. Rv.: CONCORDIA MI-LITVM / A (im Feld)
/ ALE (im Abschnitt), Kaiser mit Kurzszepter sowie
Iuppiter mit Stabszepter vis-à-vis halten
gemeinsam Victorienglobus. RIC 46a, C 32.
Attraktive Sandpatina. s.sch.-vzgl.
Concludo
osservando che, per quanto consentito da una
valutazione a distanza, le caratteristiche fisiche,
generali e di stile della moneta in esame appaiono
coerenti con quelle dei conî autentici del periodo. Il
valore venale della moneta, nello stato in cui si
trova, potrebbe attestarsi attorno ai 5,00€.
Un saluto cordiale.
Giulio De Florio
--------------------------
Note:
(1) Frazione di
radiato (bronzo). Raccolgo in tabella le
caratteristiche fisiche delle frazioni di radiato
post riforma di Diocleziano presenti nei link di cui sopra e nel sito
dell'ANS
(American Numismatic Society):
Riferimenti |
Peso
(g.) |
Asse di
conio (ore) |
Diametro
(mm) |
Link1 |
3,40 |
- |
- |
Link3 |
3,33 |
12 |
20,5 |
Link4 |
2,98 |
- |
- |
ANS1944.100.1392 |
3,99 |
12 |
- |
ANS1957.159.48 |
2,62 |
11 |
- |
ANS1944.100.1393 |
2,95 |
12 |
- |
Secondo il RIC, la tipologia monetale in esame
presenta di massima le seguenti caratteristiche
fisiche: peso 3g, asse ad ore 12 o ad ore 6. Da
quanto sopra emerge che la frazione di radiato di
figura presenta caratteristiche fisiche (2,6g, 19mm,
6h) che non si discostano da quelle delle monete di
pari tipologia del periodo.
(2) La zecca di Alessandria
d'Egitto, operava al tempo su 4 officine,
contrassegnate dalle lettere, A, B, Γ, Δ.
(3) IMPerator Caesar
DIOCLETIANVS Pius Felix AVGustus. Diocleziano,
"fondatore" della tetrarchia, era stato acclamato
imperatore il 17 novembre del 284 d. C. dalle truppe
di stanza a Nicomedia, dopo l'assassinio, ad opera o
su istigazione del prefetto del pretorio Apro,
dell'imperatore Caro, seguito, ad appena un mese di
distanza, da quello del figlio Numeriano.
Nell'occasione Diocleziano aveva prima smascherato
il mandante dei due delitti, poi lo aveva ucciso con
le sue mani. Inevitabile lo scontro con Carino,
l'altro figlio di Caro, imperatore legittimo per
successione e nomina paterna . Nella battaglia,
avvenuta nella Mesia (area danubiana), Carino rimase
ucciso per mano di un un ufficiale della guardia
personale e Diocleziano non trovò altri ostacoli
nell'ascesa al potere. Memore delle esperienze
trascorse, egli si propose di dare un nuovo assetto
allo stato romano che garantisse maggiore sicurezza
e tempestività di intervento nella difesa dei
traballanti confini, desse maggiore stabilità
all'economia, evitasse le lotte di
successione. Perciò pensò bene di dividere il potere
con un generale fidato, Marco Valerio Massimiano,
che elevò al rango di Cesare nel 285 e a quello di
Augusto nel 286, conferendogli la responsabilità di
governo dell'Occidente, riservando invece per sé il
controllo della parte più ricca e progredita del
mondo romano, l'Oriente. La neonata diarchia
(governo di due) fu innanzi tutto funzionale a
contrastare la minaccia delle invasioni dal nord e
da est. La capitale dell'Occidente fu spostata a
Milano, città più prossima alle zone di frontiera, e
quella d'Oriente a Nicomedia (l'odierna Izmit, sul
Mar di Marmara, nella Turchia asiatica). Ogni diarca
era a capo di un proprio esercito, riorganizzato
come forza di intervento rapido in grado di
spostarsi velocemente in tutte le zone di crisi, se
necessario anche in quelle di non diretta
pertinenza. Allo scopo di fornire una base
ideologica a questa nuova struttura dello stato,
Diocleziano stabilì una gerarchia di comando che
traeva spunto dalla gerarchia celeste: Massimiano
diventava pari grado di Diocleziano e suo "frater"
(fratello e quindi membro della gens Valeria cui
Diocleziano apparteneva) ma la sua anzianità era
inferiore a quella di Diocleziano perché, mentre
Diocleziano assumeva il titolo di "Iovius", cioè
figlio di Giove, Massimiano quello di "Herculius",
figlio di Ercole, quindi più lontano da Giove per
discendenza divina. Nel 293, sotto la pressione
degli eventi militari alle frontiere, Diocleziano
decise di estendere ulteriormente il progetto di
decentramento dell'impero, affiancando, ai due
Augusti, due Cesari, con l'incarico di presidiare
rispettivamente i confini più esposti, Britannia e
Gallia da una parte e danubiani dall'altra. L'impero
risultò così diviso in quattro parti, una per
ciascun tetrarca (in corsivo sono indicati nomi con
cui i tetrarchi vengono di solito citati nei manuali
di storia):
- Caio Aurelio Valerio Diocleziano, Augusto
senior, ebbe il governo diretto della Tracia,
dell'Asia e dell'Egitto;
- Caio Galerio Valerio Massimiano fu nominato
Cesare dei Balcani, Tracia esclusa e quindi
sotto il controllo diretto di Diocleziano;
- Marco Valerio Massimiano, Augusto junior, ebbe
il governo dell'Italia, della Spagna e
dell'Africa;
- Caio Flavio Valerio Costanzo (noto anche come
Costanzo Cloro), fu nominato Cesare della Gallia
e della Britannia e quindi subordinato a
Massimiano.
Allo scopo di garantire una linea naturale di
successione, Diocleziano decise che ogni Augusto,
dopo 20 anni di governo, avrebbe ceduto il potere
al proprio Cesare, il quale, divenuto Augusto,
avrebbe a sua volta nominato un Cesare di fiducia.
Questa dunque sinteticamente era, negli intenti di
colui che l'aveva concepita, la tetrarchia (governo
di quattro), un'organizzazione fortemente decentrata
dello stato, ma non priva di unità di comando, in
cui l'Augusto senior dettava il disegno politico e
gli altri, Augusto junior e Cesari, provvedevano
all'esecuzione in autonomia di gestione. Con il
passaggio dalla diarchia alla tetrarchia,
l'ideologia del sistema si adeguò: come Diocleziano
e Massimiano Erculeo erano considerati
rispettivamente figli di Giove e di Ercole, così
Galerio, attraverso l'istituto dell'affiliazione,
divenne figlio di Diocleziano con
l'appellativo di "Giovio" e Costanzo di Massimiano,
con l'appellativo "Erculeo". All'uno e all'altro dei
due Cesari fu conferito il titolo di "nobilissimus
Caesar", entrambi entrarono a far parte della "gens
Valeria", tutti furono vicendevolmente vincolati
dalla "pietas", l'etica della gratitudine agli dei e
dell'affetto per i consanguinei.
(4) "CONCORDIA MILITVM". Secondo
il RIC, l'interruzione della successione delle
lettere della parola MILITVM, determinata dalla
punta dello scettro di Giove, può posizionarsi
indifferentemente così: MI-LITVM, MILI-TVM,
MIL-ITVM. Si noterà che Giove è presente sul
rovescio della moneta in esame in quanto nume
tutelare di Diocleziano. Si veda in proposito il
concetto teologico alla base del sistema
tetrarchico, esposto nella nota
precedente. Una comune tipologia monetale,
all'insegna della concordia e dell'unità di intenti,
fu adottata da tutti e quattro i principi, in tutte
le zecche dell'impero, in particolare, per quella di
Alessandria:
- IMP C DIOCLETIANVS P F AVG (RIC 46a - v. link)
- IMP C C VAL DIOCLETIANVS P F AVG (RIC 47 - v.
link)
- FL VAL CONSTANTIVS NOB CAES (RIC 48a - v. link)
- IMP C M A MAXIMIANVS P F AVG (RIC 46b - v. link)
- GAL VAL MAXIMIANVS NOB CAES (RIC 48b - v. link)
(5) Il segno di zecca, Δ/ALE, si
compone di due parti, la lettera Δ, che contrassegna
l'officina monetale (v. nota 2
precedente) e le lettere ALE che costituiscono
l'indicativo della zecca. |