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9.5.2023
..da
Ancient Roman Coins.Could I please get help with a full attribution on this Valerian I ant? |
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Roma, 12.5.2023
Egregio,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Antoniniano1, zecca di Roma, 256-257 d. C., RIC V/I 73 (pag. 44), Cohen V 24 (pag. 300), indice di rarità "C" Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le
parti della leggenda usurate o comunque non più
leggibili): La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. ------------------------------- Note: (1) Antoniniano (riconoscibile dalla corona radiata sulla testa dell'imperatore). Quanto alla composizione della lega metallica degli antoniniani da Valeriano a Gallieno, richiamo alcune annotazioni del RIC V/1 alla pagina 8: "Verso la fine del regno di Valeriano si verificò un ulteriore rapido peggioramento della situazione. Le difficoltà dello stato e, si può ipotizzare, il venir meno di alcune fonti di approvvigionamento dell'argento, non resero più possibile continuare ad utilizzare la menzionata lega di colore bianco e si dovette far ricorso ad un nuovo espediente. Le monete, antoniniani per lo più, furono battute utilizzando una lega con una percentuale di fino talmente bassa da farle sembrare niente di più che di bronzo e dopo la coniazione venivano bagnate nel metallo bianco in modo da rivestirle di una sottile pellicola. Si applicava il bagno e un po' d'argento veniva immesso nella lega (in una percentuale del 3-4%, talvolta un po' di più) a rimarcare che le monete erano della serie in argento, ma presto il tempo ne modificava l'aspetto. La pellicola d'argento si consumava, diventando irregolare o sparendo del tutto e la maggior parte delle monete che ci sono giunte corrispondono al comune appellativo di "third bronze" {tali erano chiamati gli assari, antico nome degli assi, per differenziarli dai sesterzi, detti primo bronzo e dai dupondi, secondo bronzo; v. link; n.d.r.). Il bagno fu applicato con diverso successo in differenti zecche e in differenti periodi. Recenti indagini hanno rivelato che nel migliore dei casi il bagno era d'argento ma che la composizione e lo spessore dello strato potevano variare." Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche degli antoniniani della tipologia di figura tratte dai link sopra citati:
(2) IMP C P LIC VALERIANVS P F AVG (IMPerator Caesar Publius LICinius VALERIANVS Pius Felix AVGustus). Traggo dal Diz. Enciclopedico Italiano un breve profilo di questo sovrano. Fu console (prima del 233); poi in Rezia ebbe l'incarico da Treboniano Gallo di radunare milizie per combattere l'usurpatore Emiliano (252 circa). Alla morte di Treboniano fu proclamato (253) imperatore dall'esercito, e subito fu riconosciuto dal senato. La sua politica interna ebbe carattere conservatore e mirò all'accordo col senato. Continuatore della politica religiosa di Decio, perseguitò i cristiani, promulgando (257) un primo editto con il quale impose ai cristiani l'osservanza del culto statale e vietò loro di riunirsi in assemblee e di entrare nei cimiteri, che confiscò, insieme a tutti i beni dei cristiani. Con un secondo editto (258) stabilì la pena di morte per vescovi, preti, diaconi e anche senatori, cavalieri e alti funzionari che continuassero a professare la fede cristiana, pur perduta la loro dignità; le vittime più illustri furono San Sisto II e San Lorenzo a Roma, e in Africa San Cipriano. All'esterno le condizioni dell'Impero erano gravi: nemici premevano da ogni parte. Valeriano si associò nella difesa dell'Impero il figlio Gallieno, cui affidò la guerra in Occidente; si occupò prevalentemente di difendere le frontiere orientali, minacciate dai Persiani di Sapore I, che avevano invaso la Siria; riportò vari successi e fu celebrato come Restitutor orientis. Allorché Sapore I strinse d'assedio Edessa, Valeriano lo affrontò con un esercito decimato da una pestilenza; fu fatto prigioniero (259) e finì la sua vita in prigionia». L'umiliazione finale dell'imperatore romano si realizzò quando Sapore utilizzò Valeriano come sgabello per montare a cavallo e il suo corpo fu scuoiato diventando simbolo imperituro della sconfitta romana." La sottomissione di Valeriano I, catturato ad Edessa, fu scolpita nella roccia a Nagsha Röstam per volere di Sapore. Per dare un'idea delle dimensioni geografiche dell'Impero Persiano ho riportato nella mappa che segue la posizione di Edessa in Asia Minore dove Valeriano fu catturato e quella di Nagsha Röstam, luogo della scultura rupestre nel cuore della Persia. La scultura rupestre di Nagsha Röstam, davvero impressionante nel suo simbolismo, è rappresentata in altra pagina di questo sito. Per gli approfondimenti relativi a Valeriano e alla storia del Cristianesimo rimando al sito: http://www.newadvent.org/cathen/15256b.htm. (3) AP-OLINI CONSERVA (APOLINI CONSERVAtori), quindi ad Apollo Protettore. Apollo fu scelto da Valeriano come nume protettore, nel solco di una tradizione risalente ad Augusto. Il dio è riconoscibile dai suoi attributi, la lira e il ramo d'alloro. Tra i racconti mitologici che associano Apollo alla lira, sceglierò il seguente che traggo da wikipedia. "Ermes, infante, sfuggito alla custodia della madre Maia, iniziò a vagabondare per la Tessaglia, fino a imbattersi nel gregge di Admeto, custodito da Apollo e con uno stratagemma rubò gli animali nascondendoli in una grotta e degli intestini di uno di essi si servì per confezionare le corde di una lira; un'altra leggenda parla invece di un guscio di tartaruga trovato nella grotta del quale Ermes si valse per costruire la lira usando come corde gli intestini di uno degli animali rubati. Quando Apollo, infuriato, riuscì a rintracciare Ermes e pretese, con l'appoggio di Zeus, la restituzione del bestiame, non poté fare a meno di innamorarsi dello strumento e del suo suono, ed accettò di lasciare ad Ermes il maltolto, in cambio della lira che sarebbe diventata da allora uno dei suoi simboli sacri. Apollo divenne quindi il Dio della musica, mentre Ermes venne considerato Dio del commercio. La lira poi passò ad Orfeo e, alla morte di questi, Apollo decise di tramutarla nell'omonima costellazione". Un mito che associa Apollo al ramo d'alloro è invece il seguente (Valeriano link): "Il dio Apollo aveva appena ucciso il terribile serpente Pitone che infestava le pianure di Delfi, quando si imbatté in Eros, il dio bambino dell’amore, che stava flettendo il proprio arco per agganciare una corda. Ancora insuperbito dalla difficile vittoria sul serpente, il dio prese a deridere Cupido, sostenendo che un bambino non potesse maneggiare un’arma così grande. Eros, indispettito dallo scherno, decise di vendicarsi. Imbracciò l'arco e scagliò una freccia dorata, che indusse nel cuore di Apollo un amore travolgente per Dafne, figlia e sacerdotessa di Gea e del dio fluviale Peneo. Una seconda freccia di piombo destinata al cuore di Dafne la rese invece insensibile all’amore. Apollo, partito alla ricerca della fanciulla, dopo averla trovata, cercò di conquistarne il cuore ma fu respinto. Egli prese dunque a inseguire Dafne che, disperata, si risolse ad invocare l'aiuto del padre, che intercedendo presso la potentissima Madre Terra, ottenne di poter restituire a Dafne la tranquillità perduta trasformandola in una pianta di alloro: i suoi capelli e le sue braccia si tramutarono in rami ricchi di foglie, il suo corpo si ricoprì di corteccia; i suoi piedi assunsero la forma di solide radici; il suo dolce volto svanì sotto gli occhi increduli dell'innamorato che, avendola raggiunta, l'avvolgeva in un abbraccio disperato. Fu così che la pianta di alloro divenne sacra al dio Apollo, il cui amore per Dafne non svanì nemmeno dopo la trasformazione. Questa struggente storia d’amore altro non è che l'allegoria della castità che vince sulla passione, rendendo eterno l’amore". Purtroppo per Valeriano la protezione di Apollo non lo salvò dalla schiavitù. |
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