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AE22, la Tiche di
Tessalonica e il Cabiro |
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28.1.2020
..da Identificazione
Monete (numismatica).Cerco info su questa moneta. |
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Roma, 29.1.2020
Egregio,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta provinciale di figura: AE221, zecca di Tessalonica, 161-180 d. C.2, RPC Volume IV.1 3488 (temporary), BMC V 48 (pag. 113) Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le
parti della leggenda usurate o comunque non più
leggibili): La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. ---------------------------------------------------------
(2) La moneta viene temporalmente assegnata al periodo di regno di Marco Aurelio (161-180d.C.). (3) ΘƐϹϹΑΛΟΝƐΙΚƐΩΝ (dei Tessalonichesi, genitivo etnico). Riporto di seguito qualche notizia storica su Tessalonica (Salonicco in italiano). La città era stata fondata dal re Cassandro di Macedonia, intorno al 315 a. C., sopra o vicino al sito dell'antica città di Therma e di ventisei altri villaggi vicini. Il re dette alla città di Tessalonica, che in greco vuol dire “vittoria dei Tessali", il nome di sua moglie, nata nel giorno della vittoria conseguita da suo padre Filippo II sui Focesi, sconfitti con l'aiuto dei cavalieri della Tessaglia, i migliori a quel tempo in Grecia. Tessalonica si sviluppò rapidamente e già dal 2° secolo a. C. ebbe la sua prima cinta muraria che formava una grande piazza. Era parte autonoma del Regno di Macedonia, dotata di un proprio parlamento, dove il re era rappresentato e poteva interferire negli affari interni della città. Dopo l'occupazione della Macedonia da parte dei Romani nel 168 a. C., Tessalonica divenne una città romana. E crebbe fino a diventare un importante centro commerciale posto sulla Via Egnatia, la strada che collegava Bisanzio (poi Costantinopoli) con Dyrrhachium (Durazzo in Albania) e velocizzava gli scambi commerciali tra l'Europa e l'Asia. La città divenne la capitale di uno dei quattro distretti romani della Macedonia mantenendo i privilegi, ma fu governata da un pretore ed ebbe una guarnigione romana, mentre per un breve periodo, nel 1 ° secolo a. C., tutte le province greche passarono sotto il suo controllo. A causa dell'importante ruolo commerciale, i Romani la dotarono di un ampio porto, il famoso Porto Scavato (Σκαπτός Λιμήν) che ospitò fino al XVIII° secolo le attività commerciali della città. In seguito, per recuperare spazio, il porto fu interrato con i depositi di limo del fiume Axios, e spostato più in là. Resti di banchine del vecchio porto si possono trovare ancora oggi in Odos Frangon Street, nei pressi della Chiesa cattolica. L'Acropoli di Tessalonica, situata sulle colline a nord, fu costruita per esigenze di sicurezza nel 55 a. C. dopo le incursioni dei Traci nella periferia della città. La città possedeva una colonia ebraica, insediata durante il primo secolo, e destinata a diventare uno dei centri iniziali della cristianità. Nel suo secondo viaggio missionario, Paolo di Tarso, israelita ellenizzato alla nascita, predicò nella principale sinagoga della città e gettò le fondamenta di una chiesa. Alcuni ebrei che si opponevano a Paolo lo cacciarono dalla città, ed egli fuggì a Veroia. Paolo scrisse due delle sue epistole alla comunità cristiana di Tessalonica, la Prima lettera ai Tessalonicesi e la seconda Lettera ai Tessalonicesi. Tessalonica ebbe un santo patrono, San Demetrio, nel 306. Egli è accreditato di una serie di miracoli che salvarono la città, fu proconsole romano della Grecia sotto l'anticristiano imperatore Massimiano e in seguito fu martirizzato in un carcere romano, nel luogo in cui sorge la Chiesa di San Demetrio, costruita dal sotto-prefetto romano dell'Illirico Leonzio nel 463. Altri resti importanti di epoca romana comprendono l'Arco e la Tomba di Galerio, situata vicino al centro della città moderna. (4) La testa femminile nel dritto è la Tiche (Τύχη in greco), la dea protettrice della città di Tessalonica le cui mura possenti sono simboleggiate dalla corona sulla testa della dea. Il ritratto della Tiche su questa moneta appare (volutamente, suppongo) straordinariamente foggiato su quello di Faustina II, moglie di Marco Aurelio. (5) KABƐIPOC (Cabiro). Raramente il Cabiro si ritrova nelle serie provinciali al di fuori di Tessalonica. Cabiri erano tre numi ignei, figli di Vulcano e Cabira, lavoratori di metalli. D'origine pelasgica, venerati prima a Lemno e Samotracia, secondo alcuni erano differenti dai Cabiri fenici che erano otto (v. Vocab. Greco-Italiano Lorenzo Rocci). Attributi dei Cabiri erano il martello e il Ritio (dal greco Ρύτιον, in inglese Rhyton), antico corno greco da libagione che si riempiva versando vino o acqua nell'ampia bocca posta in alto mentre col pollice veniva ostruito il foro posto sul fondo. Per bere o versare si spostava il pollice dall'estremità conica inferiore e il liquido fluiva in bocca o sul terreno o sull'altare della libagione - v. cointalk). |
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