Gent.le
Giulio De Florio ci siamo sentiti circa un
anno fa in merito ad una mia richiesta di
chiarimenti sulla monetazione romana dell'epoca di
Costantino e per la precisione "star above Camp
Gate"! I suoi chiarimenti sono stati preziosi.
Vorrei porle un altro quesito: ho scoperto che la
stella è variamente presente in coni romani di varie
epoche imperiali da Augusto a Costantino (mando
qualche esempio). Le volevo chiedere se c'è qualche
spiegazione in campo numismatico di tali
rappresentazioni! In particolare mi ha
incuriosito l'argenteus di Diocleziano che ha una
stella NON "above Camp" ma " above doorway". Allego
sotto i link:
http://www.beastcoins.com/RomanImperial/I/Augustus/Z5068.jpg Augustus, AR
Denarius, 29-27 BC, Group II, Italy-Uncertain
Mints (Brundisium and Rome?) IMP Helmeted head
of Mars right CAESAR Legend on rim of round
shield with eight-rayed star at center, lying on
crossed spear and sword 18mm x 20mm, 3.72g RIC
I, 274 (C) pag. 61.
http://www.beastcoins.com/RomanImperial/VII/Nicomedia/Diocletian-RICVI-25a-SMNg-6.jpg
Diocletian, AR Argenteus, 295-296, Group I,
Class III, Nicomedia, Officina 3 DIOCLETI_ANVS
AVG Laureate head right VICTORIAE SARMATICAE
Campgate with six rows, open doors each with
five empty panels, star above doorway, four
turrets without eagles, no star, top and bottom
rows empty blocks SMNG in exergue 20mm x 21mm,
3.15g RIC VI, 25a (R3) Ex Freeman and Sear, July
2003.
http://www.beastcoins.com/RomanImperial/VI/Cyzicus/Z3783.jpg
Diocletian, AE Follis, c. Early 307, Group III,
Class II, Cyzicus, Officina 4 D N DIOCLETIANO
FELICISSIMO SEN AVG Laureate bust right in
imperial mantle, olive branch in right hand,
mappa in left PROVIDENTIA DEORVM QVIES AVGG
Providentia standing right, extending right hand
to Quies standing left, branch upward in right
hand, vertical scepter in left S | * | F across
fields KD in exergue 29mm x 30mm, 10.56g RIC VI,
29a (S) Note: This coin is 0.56g heavier than
the expected range of 10.00g-9.00g.
http://www.beastcoins.com/RomanImperial/VI/Antioch/Z3298.jpg
Galerius, AE Follis, 310-311, Group V, Class I,
Antioch, Officina 1 IMP C GAL VAL MAXIMIANVS P F
AVG Laureate head right GENIO IMP_ERATORIS
Genius standing left, modius on head, naked but
for chlamys over left shoulder, liquors flowing
from patera in right hand, cornucopiae in left *
/ lit altar in left field, A in right field ANT
in exergue 22mm x 23mm, 6.70g RIC VI, 133a (C).
Spero di non
essere di non crearle troppo disturbo con questa
ulteriore richiesta. La ringrazio comunque
dell'attenzione che vorrà riservarmi. Distinti
saluti
Duisburg, 13.2.2010
Egregio
Lettore,
ho rintracciato
il messaggio e la risposta a suo tempo fornita (v. link). Rilevo che
prosegue il suo particolare interesse per la
simbologia della stella nella monetazione romana,
argomento che mi incuriosisce ma che non conosco a
sufficienza da impartire lezioni. La premessa è
d'obbligo prima di proporre alla sua attenzione le
considerazioni che seguono, frutto di un'indagine non
sistematica e non adeguatamente approfondita per ragioni di
tempo. Non potendo estendere la ricerca a tutta
la monetazione romana, come si richiederebbe visto il
quesito di ordine generale che lei pone, posso solo
comunicarle alcuni pochi elementi che ho potuto
raccogliere sulle singole monete da lei portate ad
esempio:
Partiamo
dunque dalla prima moneta, quella di Augusto (v. link), nella quale
la stella è al centro di uno scudo che si appoggia
su una spada ed una lancia incrociati. La testa
sul dritto appartiene a Marte. La moneta fu
battuta da una zecca della Puglia, probabilmente
Brindisi, nel periodo 29-27 a. C., è catalogata
RIC I 274, pag. 61 ed è presente nella collezione
numismatica del British Museum con il categorico
BMC 644 pag. 105. Essa fa parte di una serie post
bellica, celebrativa della vittoria di Azio (2 settembre
del 31 a. C.) caratterizzata dalla leggenda IMP CAESAR, spezzata in
questo caso tra dritto e rovescio. Si ricorderà
che nel 27 il Senato conferì ad Ottaviano, con i
poteri costituzionali imperiali, il titolo
onorifico di "Augusto" di cui, da allora in poi,
egli si fregiò nella sua titolatura. Nelle altre
monete della serie Ottaviano è variamente presente
in persona, nel dritto oppure nel rovescio; in
questa la sua presenza è indiretta, verosimilmente
evocata attraverso la stella. Cosa lega Ottaviano
alla stella? Ottaviano era DIVI FILIVS, figlio di
un dio, di quel Cesare che dopo la morte era stato
divinizzato. Riferisce Svetonio (De Vita XII
Caesarum, 88) "Siquidem ludis, quos primos
consecrato ei heres Augustus edebat, stella
crinita per septem continuos dies fulsit exoriens
circa undecimam horam, creditumque est animam esse
Caesaris in caelum recepti; et hac de causa
simulacro eius in vertice additur stella. " [In realtà nel corso
dei primi giochi che Augusto suo erede celebrava
in suo onore dopo averli consacrati, una cometa
risplendette per sette giorni di seguito
sorgendo verso l'undicesima ora e si credé che
fosse l'anima di Cesare accolto in cielo; anche
per questo motivo si aggiunse una stella alla
sommità della sua statua]. Una stella è
presente anche in una moneta dedicata da Tiberio
alla memoria di Augusto (Divus Augustus Pater - v.
link)
e qui viene spontaneo citare il passo di Lucano -
De Bello Civili (vii. ll. 457 e segg.): "mortalia
nulli sunt curata deo. Cladis tamen huius habemus
vindictam, quantam terris dare numina fas est:
bella pares superis facient civilia divos,
fulminibus manes radiisque ornabit et astris inque
deum templis iurabit Roma per umbras" [Nessun dio si cura
delle vicende umane: nonostante questa
disgrazia, abbiamo la nostra vendetta per quanta
gli dei possano concedere al mondo: le guerre
civili creeranno divi (gli augusti
deificati; n.d.r.) pari agli dei; e Roma ornerà di
fulmini, raggi e stelle i simulacri dei morti
divinizzati e nei templi giurerà sulle loro
ombre]. Da cui si deduce che la stella
rappresentava simbolicamente l'eternità ed era
utilizzata per esprimere in qualche modo la
continuità dinastica.
Veniamo
ora alla moneta di Vespasiano (v. link), il tipo del
rovescio, la prua di nave, è ripreso da un denario
repubblicano del 41 a. C. (v. link),
autocelebrativo della vittoria navale di L.
Domitius Ahenobarbus sopra Cn. Domitius (nel 42 a.
C. il primo comandava una flotta di 50 navi nel
mare Ionio con la quale aveva conseguito un
considerevole successo contro il secondo
Tiunvirato, sconfiggendo definitivamente Gnaeus
Domitius Calvinus, quando quest'ultimo aveva
tentato di prendere il largo nelle acque di
Brindisi (v. link).
Anche
il
denario
di
Vespasiano
è
celebrativo,
verosimilmente
della
vittoria
che
il
governatore
della
Britannia,
Gnaeus
Julius
Agricola,
aveva
conseguito nel 77/78 d. C. nella campagna contro
gli Ordovici, una tribù ribelle che occupava
l'attuale Galles (v. link).
Secondo BMC II (pag. xl) l'astro sopra la prua
potrebbe essere il "sidus Iulium", l’astro della
gens Iulia che secondo Orazio “brilla come la luna
tra le migliori luci” (HOR., Carm., 1,12, 46-48).
Nonostante la credenza popolare vedesse la cometa
come foriera di sciagura, la propaganda augustea
la assimilò ad un astro, a testimonianza del
processo di divinizzazione di Giulio Cesare. Ora
il tema della stella è ripreso da Vespasiano per
rimarcare la continuità dinastica della sua stirpe
con quella giulio-claudia da cui aveva ripreso
anche il titolo dinastico di Cesare (IMP CAESAR
VESPASIANVS AVG) presente sul dritto della moneta.
La terza
(v. link) è una
moneta provinciale emessa da Cesarea di
Cappadocia, sede di una zecca imperiale che
operava per l'Oriente. Cesarea, alle falde del
Monte Argeo, aveva scelto questa tipologia come
simbolo della città. Nella monetazione il monte è
presente, talora sormontato da una o più stelle.
Le tre stelle nella moneta citata ad esempio
potrebbero rappresentare la triade romana
Giove-Elio-Serapide, se è vero quanto riferisce un
forum di numismatica (v. link).
In altre
monete adrianee ma anche di imperatori successivi
(Commodo, Settimio Severo, Caracalla, Geta,
Percennio Nigro) il simbolo della stella si
accompagna alla falce di luna (v. link).
Le stelle possono variare in numero, sino ad un
massimo di sette ma il significato è controverso,
per alcuni il segno indicherebbe il ritorno
all'età dell'oro, per altri il significato sarebbe
di natura astronomica, per altri astrologica. Si
legga in proposito anche Burnham's Celestial
Handbook (pag. 1850 - v. link).
Aggiungerò che sporadicamente la falce di
luna e la/e stella/e è presente anche nella
monetazione repubblicana, v. gens
Tituria(89 a. C. - in
questo caso non si dispone di una spiegazione)
oppure v. gens
Lucretia (76 a.C. - le stelle
rappresenterebbero la costellazione "Triones", in
allusione al cognomen del monetiere, TRIO), oppure v. gens Clodia(42 a. C. come
allusione, anche qui, al ritorno all'età dell'oro).
Veniamo
ora alla moneta di Diocleziano (v. link) che celebra
la vittoria di Diocleziano sui Sarmati nel 289 d.
C. e la successiva campagna condotta
da Galerio e Massimiano nel 294-295 (v. Enciclopedia
Treccani on line). La moneta fu
battuta dalla zecca di Nicomedia attorno al 295.
Riferisce in proposito il RIC VI che la prima e
forse più breve emissione di quella zecca porta
quello che certamente fu il primissimo tipo del
rovescio, il sacrificio dei quattro principi (v. link),
in
associazione
alla
leggenda
VICTORIAE
SARMATICAE
per
gli
Augusti,
PROVIDENTIAE
AVGG
per
Costanzo
e VIRTVTI MILITVM per Galerio (distribuzione di
leggende osservata anche a Cizico). La seconda
emissione ha un nuovo rovescio, un camp-gate
(porta del castro) quadriturrito, realizzato con
mattoni piccoli (RIC 556, 22a.
- v. link);
il
tipo
si
conserva
nella
terza
emissione
differenziandosi
rispetto
alla
seconda
con
l'introduzione
di una stella sopra la porta e con una variazione
nella dimensione del mattonato. Dunque la stella
viene vista solo come elemento di differenziazione
dell'emissione monetaria e ad essa non viene
attribuito alcun particolare significato
simbolico.
Infine
la stella nelle ultime due monete (link 5 e link 6) viene
integrata dal RIC nel segno di zecca, come
elemento distintivo dell'emissione.